giovedì 8 dicembre 2022

Andate dunque ... insieme!

Tutta l'AC celebra la festa dell'Adesione!

Il passo che chiude il Vangelo secondo Matteo (Mt 28, 16-20), e che l’associazione ha scelto per accompagnare il proprio cammino di formazione annuale, ci insegna che, anche quando tutto sembra perduto e la sfiducia sembra prevalere, accogliere l’invito del Maestro ad andare, ad uscire dalla propria “zona di comfort”, come fanno i discepoli, appunto, recandosi sul monte in Galilea, è una scelta che paga e profumatamente, col dono prezioso dell’incontro con il Cristo Risorto, ieri come oggi.
Ancora più in questo tempo particolare, in cui la guerra in Ucraina - che peraltro si è solo andata ad aggiungere ai tanti pezzetti di quel conflitto globale su cui papa Francesco non smette di lanciare il proprio grido - sembra aver avuto l'effetto di una doccia fredda sugli spiragli di ripresa all'indomani della pandemia.
Avere il coraggio di allargare gli orizzonti e percorrere ogni angolo del nostro paese per raccontare una speranza nuova, può allora sembrare un progetto ambizioso e, quasi, utopico, ma non dobbiamo dimenticare che è proprio il Signore a dirci: «io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
E se camminare è qunidi necessario, indispensabile è farlo insieme, perché questa è l'unica strada possibile: tessere relazioni con l'ostinato desiderio di farsi prossimo, essere comunità, famiglia intorno alla mensa del Padre.
È allora con lo sguardo fisso su Maria, colei che si fida e si affida, che noi aderenti all’Azione Cattolica vogliamo, anche quest’anno, rinnovare l’impegno ad essere credenti credibili nella Chiesa e nella storia, seme buono che non teme i rigori dell’inverno presente, in attesa fiduciosa della prossima primavera, di Resurrezione.

giovedì 24 novembre 2022

Cammina, cammina ...

L'equipe adulti diocesana ospite dell'associazione della parrocchia San Giuseppe


Nella serata di mercoledì 23 novembre, l'equipe diocesana adulti è stata ospite dell'associazione parrocchiale San Giuseppe di Sforzacosta, a Macerata, nel primo di una serie di incontri che si sta cercado di programmare per rinsaldare il tessuto di relazioni un po' liso e sfilacciato, dopo il faticoso periodo del Covid.
Provando a sperimentare lo stile della "conversazione spirituale", il metodo promosso dalla CEI per la seconda tappa del Sinodo e finalizzato a creare un’atmosfera di fiducia e di accoglienza, in modo che le persone possano esprimersi più liberamente, si è fatto esercizio di discernimento comunitario sul cammino parrocchiale e diocesano.
Ma al di là dei contenuti oggetto delle riflessioni condivise, è stato un prezioso momento di incontro e di festa per la gioia di ritrovarsi insieme.
Nelle parole del presidente parrocchiale, Roberto Graziani, la sintesi migliore dell'appuntamento: "Grazie all'Equipe diocesana adulti ieri sera abbiamo "respirato" aria di AC, un'aria sana, pulita e profumata di Cristo. In definitiva abbiamo seguito la nostra vocazione e vissuto IL nostro tempo NEL nostro tempo con lo sguardo rivolto al futuro portando nel cuore quanto di buono c'è nel nostro vissuto. Grazie a chi ha partecipato ma ancora più grazie a chi, pur non potendo partecipare, ci è stato vicino con la preghiera o con il pensiero".
Buona la prima, insomma. Non resta che continuare così!

lunedì 21 novembre 2022

Di una cosa sola c'è bisogno ...

Torna l'appuntamento con la Lectio Divina di Avvento!

Come ormai da tradizione consolidata, ora che la pandemia sembra aver allentato la sua morsa, torna la lectio divina di Avvento, in preparazione al Natale di quest'anno. 
L'appuntamento è per domenica 4 dicembre - anziché il 27 novembre per evitare sovrapposizioni con altri eventi promossi dalla diocesi di Macerata - alle ore 15:30 presso i locali della parrochia San Vincenzo Maria Strambi di Piediripa a Macerata, così avviando anche un percorso di incontri con le varie realtà parrocchiali della diocesi. 
A guidare la riflessione e la preghiera sul celebre brano evangelico di Marta e Maria (Lc 10, 38-42) sarà questa volta don Gabriele Crucianelli, anche nella sua nuova veste di assistente unitario dell'associazione diocesana.
Maggiori informazioni possono essere chieste tramite email all'indirizzo formac.macerata@gmail.com o ai contatti presenti sulla locandina.

lunedì 10 ottobre 2022

Educatori ACR, che squadra!

Sabato 8 ottobre il 1° appuntamento formativo proposto dall'equipe diocesana ACR
di Stefania Sagripanti

L’Iniziativa annuale 2022/2023 dell’ Azione Cattolica Ragazzi "Ragazzi, che squadra!" è stata il cuore dell’incontro proposto dal consiglio diocesano ACR agli Educatori della nostra diocesi, impegnati in queste settimane con la ripartenza dei percorsi formativi nella fede nelle varie parrocchie.
L’incontro si è sviluppato su 4 tempi di lavoro.
Il primo, la CONVOCAZIONE, ha visto l’intervento di Don Marco Petracci, assistente diocesano ACR, nella lettura e commento del Vangelo di Matteo, capitolo 28 versetti 16-20; icona biblica che supporta il percorso dell’anno. 
Don Marco ha invitato gli educatori a soffermarsi sul loro essere Convocati al Servizio pastorale da parte del Signore con una promessa che per i cristiani è una verità di fede….”il Signore è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Nella squadra del Signore siamo chiamati ad essere tutti Titolari uniti ad un Allenatore che rimane con noi sempre e per sempre.
Nel secondo tempo, l’ALLENAMENTO, è stato introdotto il cammino dell’anno.
Nell’anno della compagnia il cammino dell’ACR ci invita a riflettere sul mistero della Chiesa, dove ognuno è chiamato a scoprire un carisma particolare.
L’ambientazione che aiuta i ragazzi in questo percorso è quella degli sport di squadra. Le discipline che rientrano in questa grande categoria, infatti, sono “palestra” di vita cristiana ed aiutano a rispondere al desiderio di prossimità e accoglienza che ci chiedono i ragazzi che incontriamo «Vieni con me?».
Solo insieme la gioia si moltiplica ed è insieme che si riscopre la propria vocazione ad essere discepoli-missionari, figli e fratelli di una stessa comunità unita dall’amore per Gesù Cristo.
Il terzo tempo, SCENDIAMO in CAMPO, è stato quello della riflessione personale e di gruppo.
Ciascun educatore è stato chiamato a vivere un momento di deserto personale riflettendo sulla propria convocazione. In che modo vogliamo accompagnare i ragazzi che ci sono stati affidati? Cosa rappresenta il servizio educativo per la mia vita? In quale ruolo mi sento oggi rispetto alla convocazione al servizio educativo?
Una seconda riflessione è stata rivolta alla squadra degli educatori parrocchiali e diocesani con cui si è stati convocati? Con quali parole ci sentiamo di raccontarli?
Le considerazioni emerse dalla riflessione sono state poi condivise in piccoli gruppi ed è stata realizzata una maglia della Mascotte della propria squadra con la sintesi delle parole emerse.
Il quarto tempo, SEMPRE IN SQUADRA, ha visto la condivisione in plenaria ed il commento alle magliette delle Mascotte delle proprie squadre.
La serata si è conclusa poi con una cena ed un momento finale che ci hanno aiutato a sperimentare ancora di più il gusto e la bellezza del gioco di squadra.

lunedì 3 ottobre 2022

Ragazzi che squadra!

La Festa del Ciao a Recanati domenica 2 ottobre.
di Gabriele Garbuglia

A Recanati, 150 ragazzi, 40 educatori, genitori, nonni e parrocchiani hanno vissuto domenica 2 ottobre una festa del ciao speciale.
Il pincetto di San Francesco, strapieno e colorato, ha fatto da cornice alla Messa del mattino celebrata dal parroco don Sergio Fraticelli (un dono grande arrivato esattamente alla festa del ciao di un anno fa!).
Poi balli, musica e giochi di gruppo.
Il pranzo al sacco preparato dalle generose nonne e mamme della parrocchia.
Nel pomeriggio le squadre hanno invaso come un serpente colorato le vie del quartiere Mercato per giochi e animazioni. 
La conclusione tutti insieme al Pincetto con supermerenda di frittelle e zeppole calde, presentazione delle simpatiche mascotte delle squadre e fuochi di coriandoli.
E’ iniziato così l’anno catechistico.
Ogni sabato ci incontreremo per imparare a “fare squadra”, rispettarci e crescere insieme alla scuola di Gesù. “E’ la partita più bella che c'è, qui trovi un posto fatto per te! oooooooooohhhh ACR! noi con te CHE SQUADRA!” hanno cantato a squarciagola i ragazzi regalando a tutti gioia e speranza.

giovedì 2 giugno 2022

Francesco & Elena sposi!

L'associazione diocesana condivide la gioia del suo presidente!

Domenica 5 giugno, alle ore 11:30, presso la chiesa di Santa Croce in Macerata, il nostro presidente diocesano Francesco Garbuglia si sposa con Elena Salvucci, da sempre impegnata nel servizio educativo del settore giovani dell'associazione.
Soprattutto due parrocchie saranno in festa: San Francesco di Recanati e Santa Croce di Macerata; ma certamente tutta l'associazione si stringerà in un abbraccio festoso per augurare loro un gioioso inizio di cammino insieme che scelgono di compiere.
Una scelta che, ancora un volta, educa tutti noi, giovani e adulti dell’Azione Cattolica di Santa Croce, al coraggio dell’amore, alla gratuità della vita donata, alla generosità di uno sguardo profetico che si lascia condurre dall’imprevedibile agire dello Spirito nelle pieghe dell’ordinario e del quotidiano.
La nostra gratitudine per l'amicizia, prima ancora che per il servizio in cui da sempre si spendono, chiama ciascuno alla gioia della vicinanza, quella che, come Azione Cattolica, certamente non faremo mancare, nella presenza e nella preghiera, lungo il cammino che li attende.
Con l’augurio che lo sguardo benevolo e la tenerezza del Signore risorto, siano sempre su di loro, perché possano essere profumo d’Eternità, preziosi doni di Dio alle comunità in cui saranno chiamati a stare.

mercoledì 1 giugno 2022

Festa grande all'Abbadia di Fiastra!

Un grande successo la festa degli incontri sabato 28 maggio.

Dopo due anni di assenza forzata l’Azione Cattolica diocesana torna a far festa e davvero tanti bambini e ragazzi, accompagnati dai numerosi genitori, hanno ‘invaso’ l’Abbadia di Fiastra, accolti dai festosi inni degli animatori, incontenibili nel loro entusiasmo.
Gli oltre 200 ragazzi presenti all'inizio, nella chiesa abbaziale, sono stati motivati dal vescovo, mons. Nazareno Marconi, che ha raccontato loro come la bellezza del creato sia percepibile soolo se ognuno è consapevole della propria responsabilità. 
Un grande applauso è stato fatto ai ragazzi ucraini, ospitati nella diocesi ed incontrati nelle settimane precedenti nel cammino di preparazione all'evento. 
Poi i bambini delle elementari hanno ‘visitato’ alcuni Paesi del mondo, aiutati dagli educatori con il supporto di Eumega, che ha raccontato la vita nel Togo; don Philson e la comunità indiana; gli Amici del Brasile e la Caritas diocesana, che accolgono alcuni ucraini a san Lorenzo di Treia. 
I più piccoli si sono potuti così divertire con alcuni giochi caratteristici, mentre i ragazzi delle medie hanno fatto l'esperienza di caminare nel bosco e sulla riva del torrente, con la guida di don Marco, da poco incaricato come assistente diocesano ACR, che ha condotto una lectio raccontando le meraviglie di Dio attraverso la bellezza del creato.
Gli adulti, infine, si sono confrontati sul significato di essere ‘custodi della terra e delle relazioni’, aiutati dal prof. Stefano Cacciamani, docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione dell’Università di Aosta, partendo da alcuni brani dell’enciclica ‘Laudato sì’: “I racconti della creazione nel libro della Genesi contengono, nel loro linguaggio simbolico e narrativo, profondi insegnamenti sull’esistenza umana e la sua realtà storica. Questi racconti suggeriscono che l’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra. Secondo la Bibbia, queste tre relazioni vitali sono rotte, non solo fuori, ma anche dentro di noi. Questa rottura è il peccato. L’armonia tra il Creatore, l’umanità e tutto il creato è stata distrutta per avere noi preteso di prendere il posto di Dio, rifiutando di riconoscerci come creature limitate”.
I genitori hanno apprezzato questo momento di confronto, che è stato molto piacevole ed intenso, in cui hanno raccontato la necessità di un dialogo continuo tra famiglie, con i figli e con le altre agenzie educative, convinti che la terra è un dono di Dio: “Mentre ‘coltivare’ significa arare o lavorare un terreno, ‘custodire’ vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura. Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future”.
Un'attesa certo lunga, quella vissuta negli ultimi due anni, ma ampiamente ripagata dalla gioia grande del ritrovarsi insieme.

lunedì 30 maggio 2022

Grazie Dina

La gratitudine dell'AC per la testimonianza di vita di Dina Broglia Seccardini


Ieri, domenica 29 maggio, è tornata alla casa del Padre, all'età di 105 anni, Dina Broglia Seccardini, la più anziana socia dell'Azione Cattolica diocesana (la prima tessera, fino all'ultimo conservata gelosamente e con orgoglio, risale addirittura al 1922!).
Nata a Sforzacosta il 14 dicembre 1916, ultima di cinque sorelle, figlie del casellante delle ferrovie, cui rimarrà profondamente legata "come le dita di una mano", apprende il mestiere di sarta (suo è il drappo della bara del Cristo morto della parrocchia di Santa Croce, ancora utilizzato nella processione del Venerdì Santo).
A venti anni partecipa per la prima volta come crocerossina ad un treno bianco per Loreto vivendo un'esperienza capace di «cambiarle la vita»; da quel momento l'impegno verso i malati, all’inizio girando in bicicletta per le campagne di Sforzacosta, poi con l’Unitalsi a Loreto e Lourdes (l’ultimo pellegrinaggio risale al 1996), nelle case di riposo, presso l’ospedale psichiatrico.
Successivamente si trasferisce ad Apiro col marito, dipendente dell’Unes, con cui ha tre figli: Gabriele, Mario e Giovanni. Qui diviene - rimanendolo per molti anni - presidente dell’A.C. e animatrice parrocchiale a fianco del parroco don Lino Botticelli. Tornata nel 1958 a Macerata non si perde d’animo, nonostante la tragica perdita del marito in un incidente sul lavoro l'anno successivo, continuando nel lavoro di sarta e nell'impegno ecclesiale nella parrocchia del Sacro Cuore e poi di San Giovanni.
Proprio in questi anni viene chiamata dal prefetto e dal vescovo (che, disperati, si erano rivolti ai parroci e all’azione cattolica) a collaborare, insieme alla delegata Luciana Rastelli Tardella, con il neo-nato Comitato italiano difesa della donna, in particolare impegnato nel recupero delle ex-prostitute. Successivamente è stata un'instancabile animatrice del Centro missionario e del Movimento apostolico ciechi.
Ma il suo grande amore è rimasto l'Azione Cattolica: fino a che la salute glielo ha permesso non ha mai mancato una sola partecipazione alla tradizionale festa dell'adesione l'8 dicembre nella parrocchia di Santa Croce.
Tutta l'associazione diocesana la ricorda con profonda gratitudine per la chiara testimonianza di impegno laicale e di profonda fede, un esempio da ricordare. Le esequie saranno celebrate mercoledì 1 giugno alle ore 11.00 nella chiesa di Santa Croce.

domenica 29 maggio 2022

Avvolto da Lui

 Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

Piani di Ragnolo 30/05/2021 (foto di Federico Canullo)

Un nuovo appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Dio è giunto al mio cuore come una grande parabola.
Tutto ciò che mi circondava mi parlava di Lui.
il cielo mi parlava di Lui,
la terra mi parlava di Lui,
il mare mi parlava di Lui.
Era come un segreto nascosto in tutte le cose visibili e invisibili. Era come la soluzione a tutti i problemi.Era come il Personaggio più importante che entrava nella mia vitae con cui avrei dovuto vivere per sempre.
Presto mi sono sentito avvolto da Lui come "Presenza sempre Presente", che mi guardava con tutte le foglie del bosco in cui passeggiavo e attraverso le nubi che cavalcavano vive sulla mia testa.

(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 163; 26 maggio - In Dio)

domenica 22 maggio 2022

L'ora di Dio

 Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

dal sito https://strumentidimisuraclick.com/clessidra/

Ancora un appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

L'esistenza di Dio è evidente a chi ne sente i passi. [...]
È un Dio che va, che viene nella tua esistenza, che compare, che scompare e che soprattutto tu non riesci mai a localizzare o afferrare.
È ancora nascosto in una storia non pronunciata, in un germe non schiuso.
Poi viene una grande ora, un passaggio, un immenso salto di qualità, una cosa veramente nuova, un'ora veramente "ora".
È l'ora di Dio; la pienezza dei tempi.
È il passaggio al Dio della fede.
Non si presenta più come simbolo, come immagine, come ragionamento, come bellezza, come estetica, come numero, come spazio, come sentimento; si presenta come persona.

(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 159; 22 maggio - In parabole e simboli)

martedì 17 maggio 2022

IncontriAMOci!

Il ritorno alla normalità si fa sentire anche all'ACR! 

Dopo 2 anni davvero faticosi la voglia di incontrarsi e fare festa è divenuta incontenibile!
E così l'equipe diocesana dell'ACR ha apparecchiato una tavola invitante all'Abbadia di Fiastra per tutti i ragazzi della diocesi.
Sabato 28 maggio, a partire dalle ore 15:30, ci ritroveremo nella chiesa abbaziale per dare il via all'appuntamento più atteso: "IncontriAMOci"!
All'inizio ascolteremo il benvenuto del nostro vescovo Nazareno che, nonostante i numerosi impegni, non ha voluto far mancare la sua vicinanza ai bambini e ai ragazzi dell'associazione e alle loro famiglie.
Le attività e i giochi che prenderanno il via alle ore 16:15 nella bellissima cornice della riserva, ci aiuteranno ad apprezzare maggiormente il bene prezioso del suo creato, che il Signore ci ha lasciato in custodia.
Una gioia così grande non poteva poi che essere contagiosa: anche gli adulti hanno voluto partecipare preparando un momento specifico per i genitori che, grazie alla competenza del prof. Stefano Cacciamani dell'università di Aosta, saranno aiutati a confrontarsi su questo difficile momento e sui modi per comunicarlo ai propri figli nella consapevolezza di essere "custodi della terra e delle relazioni".
Dopo la merenda al sacco alle 17:45, la celebrazione eucaristica delle 18:30 concluderà la festa, nella gratitudine al Signore per la ricchezza dei suoi doni.
Davvero un momento da non perdere!! Passate parola!!!

domenica 15 maggio 2022

Beata te che hai creduto!

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

Hortus conclusus basilica San Paolo fuori le Mura
(foto di Federico Canullo - 14/05/2022)


Un nuovo appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Sì, Maria, beata te  che hai creduto.
Beata te che mi aiuti a credere, beata te che hai avuto la forza di accettare tutto il mistero della Natività e di avere avuto il coraggio di prestare il tuo corpo a un simile avvenimento che non ha limiti nella sua grandiosità e nella sua inverosimile piccolezza.
Capisci, Maria,cosa hai fatto?
Sei riuscita  star ferma sotuo il peso di un mistero senza confini.
Sei riuscita a non tremare davanti la luce dell'Eterno che cercava il tuo ventre come casa per riscaldarsi.
Sei riuscita a non morire di paura davanti al ghigno di Satana che ti diceva che era cosa impossibile che la trascendenza di Dio potesse incarnarsi nella sporcizia dell'umanità.
Che coraggio Maria!
Solo la tua umiltà poteva aiutarti a sopportare simile un urto di luce e di tenebra

(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 135; 15 maggio - Accettare il mistero)

domenica 1 maggio 2022

Come un bimbo ...

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.


Torna l'appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Non c'è goccia d'acqua, non c'è fiore, non c'è collina, non c'è prato che giunga al mio occhio che non mi richiami Dio. Non riesco più a stare treminuti senza pensare a Dio. Pensare è dire troppo poco.
È più profondo e dipende dalla contemplazione che è dono di Dio. Se dovessi dirvi come mi sento in Dio, mi sento come un pesce nell'acqua, come un uccello nell'aria, meglio come un bambino nel seno di sua madre.
Quest'immagine del bambino nel seno di sua mamma è l'immagine più perfetta dell'azione di Dio sull'uomo. Noi siamo in Dio, in Dio respiriamo, in Dio viviamo.
Ma non è una cosa distaccata.
Dio ci tocca, Dio ci tocca con il sole, con il vento, ci tocca con la storia, ci tocca con il dolore, con gli avvenimenti.
Èuna generazion continua.
 
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 135; 30 aprile - Come un pesce nell'acqua)

domenica 24 aprile 2022

Amore e libertà

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.


Ancora un appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

La presenza di Dio nelle cose, nella storia, in me è una presenza vitale.
Dio, amandomi, mi genera e mi fa suo figlio.
La sua presenza in me è una presenza generatrice.
Ci sono però due tempi in questa generazione a figlio.
Il tempo inconscio e iniziale della Genesi in cui lo Spirito si "posa sulle acque" e crea senza chiedermi il permesso e mi fa terra impastata, pezzo di stella, fiore di campo, animale armonioso; e il tempo che è "la maturità dei tempi" in cui, come per Maria, lo spirito mi "copre con la sua ombra" e chiede il mio sì.
Dovendo farmi figlio a sua immagine mi fa figlio, volendo farmi entrare nella sua intimità familiare mi dà la possibilità di fuggire di casa.
Il mistero della nostra libertà nasce dalla grandezza del suo amore perché non c'è vero e grande amore senza libertà.
 
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 129; 24 aprile - Un'alleanza di sangue)

mercoledì 20 aprile 2022

#seguimi ... con gioia!

Se il papa chiama, i giovani di AC ci sono!


All'indomani dell'incontro a Roma con papa Francesco, lo scorso lunedì 18 aprile, vengono spontanee alcune riflessioni sull'esperienza vissuta dai gruppi di giovanissimi di Azione Cattolica della diocesi di Macerata. Dei 600 preadolescenti e adolescenti della diocesi, davvero moltissimi sono stati quelli che l'associazione ha saputo coinvolgere a partire dai gruppi giovani delle varie parrocchie.
Un po' faticoso l'avvicinamento dei vari gruppi della diocesi a piazza San Pietro cui purtroppo, a causa della presenza di un numero di partecipanti ben superiore di quanti ci si immaginava, non tutti hanno potuto accedere, lasciando quindi molti ragazzi ed educatori lungo via della Conciliazione, dove però la paterna sollecitudine di papa Francesco non ha voluto far mancare il saluto e la presenza, prima del momento di preghiera comunitario, risvegliando così l'entusiasmo e la gioia di tutti i ragazzi.
Bellissime le parole rivolte ai giovani dal papa (qui il video dell'intervento), a partire dall'invito a non temere, anzi, a cercare di condividere le proprie paure, senza vergognarsene, nella convinzione che, proprio portandole alla luce queste possono essere superate.
Intrigante, poi, il riconoscimento di quel "fiuto speciale" che proprio i ragazzi, come già l'apostolo Giovanni, il più giovane, nel vangelo proclamato, possiedono nel riconoscere il Signore, prima e meglio degli adulti: in un tempo sinodale come questo quasi una linea programmatica per tutta la Chiesa Italiana, per consolidare un ascolto sistematico, autentico e non di facciata dei giovani. Preziosa infine quella sorta di implicita sollecitazione ad una "sobrietà pastorale", attraverso l'inedito gesto di lasciar perdere il discorso scritto per concludere invece a braccio, in un semplice dialogo, quasi "cuore a cuore", con ciascuno dei presenti.
La stanchezza per l'attesa sotto il sole e le difficoltà logistiche non hanno comunque minimamente intaccato la rinfrescante bellezza dell'incontro e la ricchezza della presenza, regalando a tutti il necessario slancio per tornare a costruire la Chiesa nella vita quotidiana di ogni diocesi e parrocchia del nostro paese.
I giovani e tutta l'AC diocesana non vedono l'ora di continuare a farlo, come è da sempre nello specifico dell'associazione, in unità col suo vescovo, proseguendo quel cammino che comunque, in diocesi, non si è mai interrotto, nemmeno nei due ultimi difficili anni in cui, anzi, si è saputo coglliere l'occasione per inventare nuove modalità di annuncio della gioia del Cristo risorto alle donne e agli uomini, alle ragazze e ai ragazzi dei nostri paesi e città.

domenica 17 aprile 2022

Un pezzo di pane

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

dal sito https://www.cuochemabuone.it/

Un nuovo appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Dio s'è fatto presente in Adamo come creazione, è doventato voce in Mosé, coscienza in Abramo, esperienza in Elia, intimità in Giacobbe.
Come se non bastasse, è diventato Presenza "visibile e toccabile" in Gesù, Padre nella sua rivelazione più profonda, Spirito Santo nella pienezza del dono di sé.
Potrebbe bastare!
All'uomo in cerca del suo Dio non mancano ora gli appuntamenti e i luoghi d'incontro; basta volerlo trovare.
Ebbene, l'inventiva di Dio, la creatività di Dio ha trovato ancora un modo per concretizzare, attualizzare la sua Presenza tra di noi, vicino a noi, a due passi, dentro di noi.
Si è trasformato in un pezzo di pane.
 
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 121; 16 aprile - Pane per me)

domenica 10 aprile 2022

Da molto tempo

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

M31 - dal sito https://www.astronomitaly.com/
Torna l'appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Stasera, contemplando lo straordinario cielo del deserto, ho visto il corpo celeste più lontano dalla terra e visibile a occhio nuodo: la Nebulosa di Andromeda.
Appariva come pallida luce fluorescente a forma di lenticchia allungata, tra la regolarità di Cassiopea e l'incomparabile diamante delle Pleiadi. Quella luce della piccola lenticchia non è di oggi. È di un milione di anni fa.
Stasera ho visto indietro nel tempo di un milione di anni, ossia di diecimila secoli.
Ma Andromeda è la galassia più vicina alla nostra e gli astronomi sono ormai abituati a calcolare le distanze che ci separano dalle altre galassie sperdute nell'immenso, a decine di miliardi di anni luce.
Dio è da molto tempo che si è messo in cammino per venire da me, quando non ero nato. E con me non erano nati né il sole né la luna né la terra né la mia storia né i miei problemi
 
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 115; 10 aprile - Contemplazione delle cose)

domenica 3 aprile 2022

Il cielo

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

foto di Federico Canullo - porto di Ancona

Un nuovo appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Il cielo è il luogo "celato", che significa nascosto, dove vive il mio Creatore e dove vivo io creato, dove c'è Lui che è Padre e ci sono io suo figlio, dove c'è Lui che è sorgente e io l'assetato, dove c'è Lui creatvità e ispirazione e io capacità di divenire creatività e ispirazione. Cielo è ovunque perché Dio è ovunque, e si chiama cielo perché è mistero nascosto ed è giusto che sia così per il rispetto della mia immaturità in divenire, capacità di socchiudere gli occhi, cammino verso la pienezza del Tutto, scoperta progressiva della Persona di Dio. E perché questo avvenga, ha bisogno di tenebra, la vita deve toccare la non vita, l'amore gratuito deve scoprire la realtà dell'egoismo, la verità deve farsi strada nella menzogna e la virtù deve battersi col peccato.
Sì, è vero, il positivo di Dio lo scopro nel suo negativo che sono io, che è l'universo, e so che per fare una bella fotografia occorrono entrambi. Questa è l'esperienza di Dio.
 
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 108; 3 aprile - Dov'è il cielo) 

domenica 27 marzo 2022

Ogni atto umano

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

foto di Federico Canullo - Museo Archeologico Villa Giulia

Ancora un appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Nazareth. Qual è la lezione che ci dà Dio nel mistero di Nazareth? Vediamo il fatto in sé. Il Verbo Incarnato per trent'anni vive la vita più comune che dir si possa. Nulla da Lui è fatto per variare gli eventi o cambiare  una situazione.
Che significa tuttociò?
Significa che ogni della vita umana contiene in sé la possibilità di una perfezione totale. Se Dio fatto uomo ha potuto esprimere attraverso la sua vita comune la perfezione assoluta della Sua interiorità, ciò significa che ogni atto umano, il più nsiginificante, il più abitudinario contiene in sé la disponibilità per una totale offerta a Dio. La cosa è molto importante per noi abituati a pensare che solo i fatti eccezionali valgono, a noi orgogliosi e tesi sempre verso lo straordinario nella vita.
 
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 99; 26 marzo - Tutto è possibile) 

domenica 20 marzo 2022

Il sapore delle cose buone

Conclusa l'esperienza degli Esercizi Spirituali 2022

(Sul blog della formazione disponibili i video del giovedì, venerdì, sabato mattino e sabato pomeriggio!!)
Con l'invito a partecipare alla celebrazione eucaristica nella propria parrocchia, portando una intenzione di preghiera particolare frutto delle riflessioni fatte nei giorni precedenti, si conclude l'esperienza degli Esercizi Spirituali 2022.
Sono stati  momenti intensi, vissuti con uno stile a metà tra il tradizionale appuntamento di spiritualità in presenza e le proposte online sperimentate negli ultimi due anni di pandemia, consentendo così anche a chi, per lontananza o impossibilità fisica, non è riuscito a venire alla parrocchia Buon Pastore di Macerata una partecipazione attiva.
Il grande numero di contatti, specialmente nei dopocena di giovedì e venerdì, hanno fornito la prova più convincente della bontà della scelta effettuata dall'equipe adulti di AC che, a nome di tutta la presidenza diocesana, si è assunta il compito di organizzare e guidare l'esperienza.
La gratitudine più sentita e profonda a quanti hanno voluto fornire un contributo alla buona riuscita della proposta.
Innanzitutto ai sette autori delle storie che hanno fornito la pista di preparazione nella settimana precedente: Santa Cioci, Giancarlo Cartechini, Daniela Meschini, Sabrina Monteverde, Eugenio Lampacrescia, Daniele Garbuglia, Lucia Tancredi; poi al nostro assistente adulti, don Egidio Tittarelli, che ha saputo declinare la sua sperimentata capacità di "spezzare la Parola" sui social nelle particolari condizioni della proposta.
Quindi ai testimoni chiamati a raccontare la propria esperienza di "sguardo" nelle quattro tappe vissute: Maria Giovanna Varagona, Laura Giombetti, Marco Tartari e Sandra Carassai.
Ancora all'amico prof. Stefano D'Amico capace, come sempre d'altronde, di restituire una lettura "spirituale" delle opere d'arte a puntuale e significativo commento dei brani evangelici meditati.
Infine un grazie alla dedizione ed all'impegno di Francesca Pagnanelli, vicepresidente diocesano adulti, che ha messo a disposizione dell'associazione le sue innegibili doti professionali di gestione ed  organizzazione di eventi formativi.
Ma soprattutto un grazie a tutti quanti hanno voluto partecipare, in qualsiasi misura, all'iniziativa, scegliendo di rispondere con la preghiera e la vicinanza fisica e spirituale al drammatico appello di pace che viene in questo momento non solo dall'Ucraina, regalandosi e regalando a tutta l'associazione un momento che ha saputo lasciare in ciascuno il gusto delle cose buone.

Confidare in Dio

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

foto di Federico Canullo

Un nuovo appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Confidare in Dio è porre nella sua mano invincibile tutte le cose.
È credere che il cosmo è dominato inesorabilmente dal suo potere creativo.
Se maledico la pioggia che mi bagna o il freddo che mi gela le dita, se mi dispero perché sono diventato vecchio o per una malattia che mi fa soffrire, non entrerò mai nel mistero di Dio.
Se non so leggere il chiarore delle stelle o se passo frettoloso davanti al mare senza accorgermene, non capisco il mistero di Dio.
Se mi lamento di tutto, se trovo gli uomini noiosi, se mi arrabbio perché la minestra è cattiva, se urlo perché i bambini giocano in giardino, se faccio il viso duro a chi batte alla porta sono un uomo vecchio che non sa più dire nulla.
Confidare in Dio.
Accettare il reale.
Accettarlo come volontà salvifica di Dio su di me.
Accettarlo per trasformarlo con l'amore e la pazienza.

(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 95; 22 marzo - Confidare in Dio)

giovedì 17 marzo 2022

Una storia in attesa

Un editoriale del 2019 che è quasi il testamento spirituale di don Luigi.


Uno degli argomenti da sempre a cuore al nostro assistente unitario, che abbiamo salutato stamattina alle 10:00 in una chiesa dell'Immacolata a Macerata piena come non mai, è la questione del laicato: convinto che il futuro della Chiesa passi per un laicato maturo e creativo, don Luigi ha più volte ammonito contro i rischi del clericalismo strisciante che annacqua l'indispensabile e generativa presenza ecllesiale nella società.
L'editoriale tratto da EmmeTV del 13 marzo 2019 riassume così bene il suo pensiero su questo tema da costituire quasi un testimento spirituale, il lascito più prezioso alle "sue" Azione Cattolica e FUCI; talmente bello e significativo che tutti noi non vediamo l'ora di metterlo a frutto.

Ogni giorno aprendo i giornali (per chi ancora li legge!) si "ascoltano" tante voci che ci chiamano e scuotono il nostro torpore.
Mi sorge una domanda! Quanto tempo, energie, risorse, entusiasmi impegnati spesso solamente all'ombra rassicurante dei campanili (o delle comunità e dei gruppi). E passi per quelli che sono gratificati dal farlo.
Anche se dovrebbe suonare come un campanello d'allarme nel rilevare appagamenti e giustificazioni: perché se io sono e sto in una comunità o in un gruppo perché mi appaga e mi gratifica, sono e sto lì PER ME e non per il Vangelo.
Il che spiega, da solo, una bella fetta di incomprensioni, dinamiche bacate, rivalità, cordate etc. etc, tutte quelle situazioni che provocano dei mal di pancia e paturnie che serpeggiano dalle parrocchie ai movimenti. Il richiamo del "recinto" resta fortissimo, esclusivo.
Se poi passiamo dai gruppi per esempio agli "intellettuali", ai giornalisti, agli opinion maker o come vogliamo chiamarli, la situazione resta immutata. Si procede per schieramenti predefiniti (progressisti/conservatori per dire).
La risultante qua! è di tutto questo? La situazione l'abbiamo tutti i giorni sotto il naso. Un laicato cattolico spesso autoreferenziale, autocentrico, istericamente fissato sulle proprie questioni di lana caprina, incapace fondamentalmente di incidere sul resto del mondo e sulla realtà che li circonda.
Spesso creiamo polemiche nel 90% dei casi solo su polemiche e tempeste in bicchieri d'acqua.
Spesso la comunità cristiana sembra una riserva indiana minacciata dalla sua influenza e dalla sua irrilevanza, li che non autorizza i piagnoni a versare lacrime per il mondo cinico e baro che ci emargina, ci isola, ci sbeffeggia e ci ignora.
I responsabili siamo noi che ci siamo isolati e ci rendiamo in pratica ignorati dagli altri. Poco male, dico io. Se non fosse che noi, i cristiani, non siamo qui per contarci, fare gruppo, difendere valori, occupare posizioni, riscuotere rendite relative, pesare ed avere voci in capitolo sulle leggi...
Noi siamo qui perché Qualcuno ci ha piazzato gli occhi addosso, ci ha scelto e ci ha mandato.
A chi?
Agli "ALTRI".

mercoledì 16 marzo 2022

Sguardi che amano -1

Il conto alla rovescia per l'inizio degli Esercizi Spirituali 2022


Il percorso di avvicinamento agli Esercizi Spirituali 2022 , con le meditazioni di don Egidio Tittarelli, è scandito da una canzone e da una storia ogni giorno.
La canzone di oggi è "Fiamme negli occhi" di Coma Cose mentre la storia che ci accompagna è un brano originale di Lucia Tancredi, che ringraziamo della collaborazione.
Per ricevere l'invito ai collegamenti on line si può
accedere al seguente link per iscriversi.

Iahvè è un dio geloso che possiede un’unica figlia: la Torah. È lei che salda le giunture del cielo tenendo quanto è squadernato in un unico volume. Iavhvè guarda la Torah e compie l’arte del mondo. Poi è preso dall’esca d’amore e il sesto giorno crea Adamo. Lo guarda e ritrova un’aria di famiglia. Ma Iahvé è un dio geloso che non si mostra: chi chiede un segno è colui che non sa riconoscerlo.
Così fanno le donne straniere che creano idoli di terra. Se gli uomini cominciassero a fidarsi delle cose che vedono non cercherebbero più Dio, la bellezza delle donne e i loro idoli diventerebbero trappole per i piedi.
Eppure Iahvè, nel suo geloso amore, tradisce il segreto.
Quando nel deserto ululante manda i serpenti contro il suo popolo duro di cervice, poi dice a Mosè: “Fatti un serpente di bronzo e posalo sopra un’asta: chiunque sarà stato morso e lo vedrà vivrà”.
L’immagine salva il popolo che guarda. Nel Vangelo di Giovanni Gesù dice a Nicodemo: “E così come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così si deve innalzare il Figlio dell’Uomo, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna.”
Nella solitudine belante delle groppe del Subasio, Francesco si dispera perché la vita è perduta.
Entra nella chiesa diruta di San Damiano e si sente guardato. È il Cristo innalzato come il serpente sull’asta della croce, con le braccia aperte ad angelo. Lo guarda dalle mandorle degli occhi e glidice: “Guardati, salvati in me”. Francesco abbraccia l’idolo a sua immagine ed esce dal mondo.

martedì 15 marzo 2022

Sguardi che sperano - 2

Il conto alla rovescia per l'inizio degli Esercizi Spirituali 2022


Il percorso di avvicinamento agli Esercizi Spirituali 2022 , con le meditazioni di don Egidio Tittarelli, è scandito da una canzone e da una storia ogni giorno.
La canzone di oggi è "Futura" di Lucio Dalla, mentre la storia che ci accompagna è un brano originale di Daniele Garbuglia, che ringraziamo della collaborazione.
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Oggi è sabato 19 febbraio. È mattino e fuori c’è il sole mentre sto scrivendo queste righe dopo aver riflettuto a lungo, nei giorni scorsi, sul tema dello sguardo. Non è facile dire qualcosa. Mi sono imbattuto però in una poesia del 1974 di Philip Larkin, Gli alberi. 

Gli alberi stanno mettendo le foglie
come qualcosa che è stato già detto;
i germogli recenti sbocciano e si diffondono,
il loro verde è una forma di dolore. 

È che sono nati di nuovo
E noi invecchiamo? No, anch’essi muoiono.
Il loro trucco annuale di apparire nuovi
è scritto giù nei cerchi del tronco. 

Eppure si dibattono, castelli inquieti
di nuovo grandi e folti a ogni maggio.
L’anno vecchio è morto, sembrano dire,
si comincia di nuovo, di nuovo, di nuovo. 

Rispetto alla complessità del tema dello sguardo questi versi non spiegano nulla, ma la parola poetica dice ciò che non riusciamo a dire in altro modo. Quando leggiamo una poesia, ci predisponiamo all’accadere di qualcosa. Lì, qualcosa, accade. Qualcosa di unico che può accadere solo in quel momento: chi legge consente alla parola di esistere, la dispone alla sua apertura. Le consente di incamminarsi verso il suo senso. Qualcosa di simile, semplificando, accade nella fisica quantistica: il mondo esiste perché c’è chi lo osserva.
Il mondo è bello ma indicibile, ecco perché abbiamo bisogno della poesia. Ed ecco perché abbiamo bisogno di uno sguardo che possa contemplarlo. Di avviarci verso questo sguardo. Andare verso una chiarezza di visione: è questo l’esercizio da fare. “Il problema non è ciò che si guarda, ma ciò che si vede” scrive Henry David Thoreau nel suo diario.
I germogli spuntano sugli alberi, e nella forma di dolore di cui fanno memoria, si annida la possibilità di uno sguardo rivolto a un altrove, un dopo.
Oggi è sabato 19 febbraio. È sera e la nebbia confonde e ammanta le cose fuori dalla finestra. Un bagliore sopra i tetti del condominio di fronte, forse una luna.

lunedì 14 marzo 2022

Ciao don Luigi

Il ricordo grato dell'Azione Cattolica diocesana al suo assistente unitario.


Come un fulmine a ciel sereno la notizia della morte di don Luigi Taliani ha pervaso le chat ed i social media dell'associazione! Messaggi tristi e increduli si sono rincorsi nelle ultime ore cercando quasi un'impossibile smentita che, ovviamente, non c'è stata.
Nei ricordi personali di chi scrive don Luigi ha rappresentato l'amore della Chiesa per l'Azione Cattolica: una presenza paterna, tenera e rude allo stesso tempo, ma sempre disponibile, a volte anche sopra le forze.
Per la nostra chiesa locale è stato sicuramente l'interprete più fedele di una lettura sapiente e profetica della realtà, con l'innegabile lucida capacità, riconosciutagli da tutti, di saper guardare sempre oltre l'immediato ed il contingente.
Sentimenti di profonda gratitudine per il servizio prestato con amore e passione all'A.C., alla F.U.C.I. e ai media diocesani, si alternano, in questi primi momenti, al rammarico per la perdita, soprattutto, di un amico ma anche al desiderio di far fruttificare i tanti germi di novità e le brucianti intuizioni che generosamente ha donato a tutta la chiesa diocesana.
Ciao don Luigi!

Sguardi che soffrono - 3

Il conto alla rovescia per l'inizio degli Esercizi Spirituali 2022


Il percorso di avvicinamento agli Esercizi Spirituali 2022 , con le meditazioni di don Egidio Tittarelli, è scandito da una canzone e da una storia ogni giorno.
La canzone di oggi è "Generale" di Francesco De Gregori, mentre la storia che ci accompagna e la poesia sono brani originali di Eugenio Lampacrescia, che ringraziamo della collaborazione.
Per ricevere l'invito ai collegamenti on line si può
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Quando si ammala una persona in una famiglia, non sta male solo il singolo soggetto portatore del problema, ma tutto l’insieme. E se non si sostiene in primis la famiglia, come raramente capita, cosa succede?
La storia di sofferenza e speranza è quella di una famiglia giovane che dopo diversi anni di attesa di un figlio che non arrivava, si trovano con un bambino disabile. Scatta la richiesta di aiuto da parte della pediatra che indica un centro privato di sua fiducia, visti anche i tempi lunghi del servizio pubblico.
Tempi lunghi e assenza di contatto nonostante la disponibilità data. Quasi due anni persi su questioni di principio e a distanza dal bambino e dalla famiglia. Per fortuna che, nonostante questi cavilli, il lavoro è andato avanti. La mamma dice più volte: “Ogni giorno mi rimandano solo le cose che non sa fare. Oppure se una cosa si realizza, subito c’è un però…”.
Non diversa la fatica con la scuola che non raccoglie la disponibilità data di collaborare con il centro che segue il bambino e la famiglia. Fino alla decisione dei genitori di cambiare scuola.
Come per incanto un miglioramento significativo del bambino. La mamma si riprende dopo essere stata seguita e coinvolta in prima persona nel trattamento di continuità proposto e ostacolato per due anni, attraverso assenze, intralci, cavilli e sostanziale indisponibilità. ” Ora mio figlio è felice e accolto e se sta bene lui anche noi stiamo bene”. Si diradano così le sedute di sostegno con la mamma e il papà. Si comincia a collaborare.
Una poesia spiega bene, come metafora, questa assurda situazione affrontata solo con la disponibilità e un lavoro fatto anzitutto per amore. Recuperando le energie ed anche l’amore pieno dei genitori e persino i loro contatti sociali che, con un bambino così, non sono proprio facili, perché la gente e persino gli amici si distanziano. E se qualcuno nel lavoro terapeutico si ricorda di questo, gli sguardi che soffrono possono diventare sguardi di speranza.

IL BAMBINO NELLA LUNA
Sguardo perso nel vuoto
nella fatica di un contatto.
Guardavi fisso e solo
l’angolo in alto
tra muri e soffitto. 

Incrocio di sguardi ciechi
tra una fortezza vuota
e un desiderio materno
inespresso e dolente.
La parola assente e inutile. 

Poi, un passo per volta,
sguardo reciproco e fuggente,
e corpi che contengono e contenuti
Esprimendo rabbia del desiderio
e desiderio nella rabbia.
Chi comanda?
Chi è il più forte?
Chi sono io?
Dì mamma! Dì Mamma!
Infine l'attesa bisillaba
nel dolore dell’uscita
dalla torre di avorio. 

Il desiderio fa miracoli.
Non desiderare è morte reciproca.
Poi desiderio anche per te.
Arriva, lieve e deciso.
Lo sguardo condiviso,
i corpi che si toccano
Ricordi il primo girotondo insieme?
I giochi maschi con papà?
La ferma e pretenziosa tenerezza di mamma?
I sorrisi di loro quando li riconosci?
Così si sentono necessari.
Nasce un loop di relazione.

E poi cerchi, indichi, chiami
col corpo e coi suoni.
Sorridi e piangi.
Dici sì e no. Molti no.
Esprimi così desideri e volontà.
No è la strada obbligata per il sì. 

Altro che regoline perse!
Per quelli sempre pronti al non.
Perso è chi non si accorge che rinasci.
Ogni giorno che viene. 

Per quelli che credono l’IO
solo come grammatica e didattica.
Invece, per te, è dire e dirti che esisti.
Dove riconosci un TU nasce l’IO.
E l’hai detto.
Finalmente. 

Ancora scappi, urli,
talvolta ti incanti.
Non parli e comunichi.
Supereremo anche questo.
Ti diamo e ci diamo fiducia.
Soprattutto siamo testardi.
Più oppositivi di te. 

I ciechi, quelli veri, non desiderano.
Non vedono pur avendo occhi.
Si trincerano in numeri da percentili.
Perdono persone e relazioni.
E magari sono pure fieri
del presuntuoso sapere.
Delle tenute e volute distanze
e dell’abbandono prodotto. 

Non possono educare.
Mancano di speranza e serenità.
Dovrebbero contare il pallottoliere.
E magari spostarsi.

domenica 13 marzo 2022

Sguardi che curano - 4

Il conto alla rovescia per l'inizio degli Esercizi Spirituali 2022


Il percorso di avvicinamento agli Esercizi Spirituali 2022 , con le meditazioni di don Egidio Tittarelli, è scandito da una canzone e da una storia ogni giorno.
La canzone di oggi è "La cura" di Franco Battiato, mentre la storia che ci accompagna è un brano originale di Sabrina Monteverde, che ringraziamo della collaborazione.
Per ricevere l'invito ai collegamenti on line si può
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Ho incontrato un uomo speciale nel cammino della mia vita. Di lui ricordo nitidamente le mani, morbide e calde, e lo sguardo tenero e rassicurante.
Avevo dodici anni, quando il destino mi ha fatto affrontare una prova di coraggio. Un piccolo intervento, una cosa da niente. Io e mamma, come sempre sole. Neanche quella circostanza era servita a far riavvicinare chi così tanto mi mancava, mio padre.
Il luogo, una clinica elegante della città, con porte a vetro e divanetti colorati in ogni angolo, piante a foglia larga e luminose stanze, con aria di nuovo e di pulito: Villalba.
Ho sofferto l’attesa della visita dal chirurgo e, quando si è aperta la porta dello studio, ecco un omone alto circa uno e ottantacinque, molto robusto, con il viso liscio e ovale, inforcava occhiali spessi e dorati, ma gli occhi e lo sguardo mi hanno subito accolto, come se vedesse oltre, dentro, nel profondo dei miei pensieri.
Parlava con dolcezza, tono di voce pacato, calmo, faceva pause e misurava le parole, comprensivo ed estremamente rassicurante. Non ero una paziente, mi parlava proprio come se gli importasse di me, mi stava aiutando, quello di cui avevo bisogno: aiuto! Sono stata ricoverata solo pochi giorni, dei quali ricordo l’odore del disinfettante, il colore della mia vestaglietta glicine in ciniglia, e la camera a tre letti a sinistra, in fondo al corridoio.
Non riesco però assolutamente a fare memoria di come un giorno io abbia fatto, in una delle visite del medico, in camera, a vuotargli addosso tutta la mia tristezza e il dolore, non per il piccolo taglietto che mi aveva praticato, ma per la profonda lacerazione che sentivo nell’essere stata abbandonata da mio padre.
A pensarci bene, ma che cosa poteva importare a lui……e invece che dolcezza nel suo sguardo, mi ha guardata, come se volesse dirmi: ” Finalmente ce l’hai fatta, lo sapevo che dovevi raccontarmi qualcosa”.
Si è seduto in fondo al letto, i suoi non erano occhi di giudizio e all’improvviso mi ha detto: ”Ti voglio raccontare un segreto. Sai, mia moglie ha avuto una storia come la tua; solo pochi anni fa, all’età di quarant’anni, dopo tante sofferenze ha espresso il desiderio di incontrare suo padre e io l’ho accompagnata”.
Le sue parole come una promessa per il futuro! Ho pensato che avrei potuto farcela se avessi incontrato un uomo come quello! Il destino forse per me aveva in serbo qualcosa di grande: il perdono e la riconciliazione!
Da allora se ripenso al Dott. Mirabile, non posso non ricordare la sua anima nobile, il suo sguardo di cura per ciascuno e tutti i suoi pazienti. Gli ho voluto bene.

Verrà all'improvviso

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.

Torna l'appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

foto di Federico Canullo

Il tutto incominciò quel giorno in cui in una fetta di deserto, nella solitudine del Sahara, sognai di essere schiacciato da un gran masso di granito sotto il quale mi ero addormentato per riposare.
Fui condotto dinanzi al giudizio di Dio, e fui giudicato sull'amore: nient'altro.Una coperta negata ad un povero mi spedì in purgatorio e là capii che per uscirne avrei dovuto fare un atto di amore perfetto cioé un atto della stessa natura dell'amore di Gesù.
Non mi sentii capace. [...]
Non sono capace di perfetto amore, non ho la forza di seguire Gesù sul Calvario.
Ma è possibile che io mi senta capace? E se mi sentissi capaci, se mi sentissi forte, non sarei forse peggiore di quel che sono? [...]
Se dipenderà solo da me non sarò mai capace! 
Deve compiersi un fatto, un passaggio; deve scoccare un lampo, deve venire qualcuno, deve prodursi qualcosa onde... divenire capace.
Ma io non potrò mai scoprirlo, mai anticiparlo, mai prevederlo!
Devo solo attendere pregando, amando, piangendo, supplicando.
Questa è la posizione dell'uomo sulla terra.
Dio, che è Dio dell'impossibile, verrà all'improvviso e toccando la mia anima mi renderà capace di seguirlo là dove lui ha stabilito di condurmi, come il ladrone in quel pomeriggio del venerdì santo.

(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 83; 10 marzo - Attendere)

sabato 12 marzo 2022

Sguardi che incontrano - 5

Il conto alla rovescia per l'inizio degli Esercizi Spirituali 2022


Il percorso di avvicinamento agli Esercizi Spirituali 2022 , con le meditazioni di don Egidio Tittarelli, è scandito da una canzone e da una storia ogni giorno.
La canzone di oggi è "Questione di sguardi" cantata da Paola Turci, mentre la storia che ci accompagna è un brano originale di Daniela Meschini, che ringraziamo della collaborazione.
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Era troppo meticoloso, guardava tutto quel cibo esposto nel self service ormai diventata l’altra casa dopo la morte della sua amata Marta. I figli lontani per lavoro. L’anziano ragioniere chiede qualche spiegazione rispetto ad un piatto che non gli appariva affatto fresco. La risposta acida dell’inserviente lo gela. Decide di prendere un’altra pietanza e poi silenziosamente si siede in uno dei tavoli liberi. Lo sguardo vuoto, perso nel nulla. Lui era abituato alla tavola calda perché l’aveva nella ditta dove lavorava ma al tavolo era sempre circondato dai colleghi e quello era un momento di scambi di vita familiare, di piccole gioie e grandi soddisfazioni da condividere con loro. Erano anni, quelli, di grande entusiasmo, si stava dentro a quel periodo che verrà definito il boom economico. Quanto sono lontani quei giorni e sembrano secoli che Marta lo ha lasciato e lei gli ha lasciato un vuoto difficile da superare. Che belli i giorni con lei. Tutti, anche quelli dove ci si teneva il broncio, quelli dove le parole di troppo volavano nell’aria e ferivano. Tutto ora per Umberto o, come lo chiamavano, il “Sor Umberto” aveva un altro sapore. Recuperava qualsiasi briciola di ricordo che si rivestiva di luce magica e lo faceva sprofondare ancora di più nella tristezza e nella malinconia. Guardava quella pasta che aveva scelto e lentamente ne portava un boccone alla bocca masticando svogliatamente. Aveva un sapore insipido o forse lui era abituato troppo bene. La domenica Marta sfaccendava già dal mattino presto, che poi anche lei il lunedì doveva tornare a lavorare. Lui la ricorda di corsa tra una lavatrice e la pulizia del bagno e poi concentrata in cucina da dove gli odori inondavano la casa. Quelle penne lisce condite con troppo olio proprio non gli vanno giù, si sforza perché qualcosa deve pur mangiare ma non può non ripensare a quando trovava fumante sulla tavola un piatto di spaghetti all’amatriciana o una bella carbonara, la sua preferita. Si guarda intorno e in ogni tavolo c’è un anziano come lui. Soli e distanziati come vuole questo tempo tristissimo. Fino a quando non è arrivata questa maledetta Pandemia se ne andava al Circolo del quartiere e tra una partita di carte, una discussione sulla politica e un racconto dei tempi giovanili le ore scorrevano, restava il vuoto e la solitudine della sera quando si metteva a letto e non sentiva più il calore del corpo della sua sposa e il freddo dei suoi piedi che cercava di riscaldare tra le sue gambe. Umberto ha da tempo fatto tutte e tre le dosi di vaccino ma ha paura, paura di finire intubato, paura di morire con la fame d’aria, paura di andarsene da solo. Teme il dover soffrire, morire senza la mano forte del figlio o lo sguardo dolce di quella figlia tanto simile alla sua Marta. Ama la vita ma senza più gli occhi dolci della sua sposa, senza le sue attenzioni, senza di lei tutto gli sembra amaro.
Si alza lentamente, lascia sul tavolo il vassoio e va verso il bar per ordinare il caffè e mentre è lì sente una voce profonda che lo chiama Umberto, che bello vederti dopo tanto tempo! Si gira e riconosce, malgrado la mascherina, Luciano. Il fisico appesantito e i capelli radi e bianchi non riescono però a nascondere la vivacità degli occhi verdi e profondi. Luciano, l’amico del cuore, quello a cui per primo aveva parlato di Marta, che conosceva le sue debolezze, quello con cui per anni ha condiviso la scuola, la vita di quartiere, gli allenamenti al campetto dell’oratorio. Era stato anche il suo testimone di nozze. Luciano poi aveva vinto un concorso a Milano e se ne era andato e loro si erano persi, erano passati tanti anni. Senza parlare si guardano e i loro occhi umidi parlano per loro, si siedono di lato e sopra un tavolino sgangherato appoggiano le tazzine. Come ruscelli impetuosi si scambiano le loro storie, mentre scorrono i racconti delle loro vite i loro occhi mostrano commozione e poi serenità. Escono insieme sottobraccio, appoggiandosi l’uno all’altro mentre parlano ancora e si guardano con una rinnovata speranza nel cuore. La speranza che quell’antica amicizia ritrovata per caso li accompagni verso una strada inattesa dove ci si posa sentire meno soli.