venerdì 28 febbraio 2020

Sospesa l'assemblea diocesana

Confermato il rinvio a nuova data

A seguito dell'ordinanza del presidente della Giunta Regionale Marche n. 1 del 25/02/2020 la presidenza diocesana aveva già deciso di rinviare l'assemblea diocesana di domenica 1 marzo in attesa di nuove informazioni.
L'annullamento da parte del TAR lasciava trapelare qualche spiraglio ma la successiva nuova ordinanza n. 2 del 27/02/2020 non ci consente di ritornare sulla decisione presa, per cui siamo spiacenti di confermare che l'assemblea diocesana elettiva di domenica 1 marzo è rinviata a data da destinarsi. 
Non appena saremo in grado di avere informazioni affidabili pubblicheremo l'avviso per la nuova data.
Nel frattempo continuiamo tutti a lavorare per quello che resta l'appuntamento più importante dell'anno associativo in corso.

domenica 23 febbraio 2020

Agisce così

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Torna l'appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, tratti dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
Benedette siate comunità primitive da cui nacque il cristianesimo, le comunità di Luca, di Matteo, di Giacomo, le comunità di Paolo e di Diogneto.
Le comunità che si nutrivano della Parola di Dio e che annunciavano la Buona Novella ai poveri.
Benedette siate comunità di amore che tentate di seguire il Vangelo di Gesù, comunità che non conosco ancora e forse non conoscerò mai perché sono vecchio e stanco, ma che date con la vostra presenza e testimonianza tanta gioia alla mia vita.[...]
Lo Spirito oggi agisce così e chi è allenato a vedere le cose invisibili nell'uomo sente il caldo del fuoco che striscia tra le stoppie del campo e le incendia qua e là come lui vuole.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 67; 24 febbraio - Il caldo del fuoco)

venerdì 21 febbraio 2020

Essere segno profetico ...

Approssimandosi l’assemblea elettiva diocesana di A.C. del 1 marzo 2020
di Stefano D'Amico

In un articolo dal titolo "La regola dei Padri è la carità", pubblicato nel numero 242 (settembre 2019) di "Luoghi dell’infinito", il mensile di itinerari, arte e cultura di Avvenire, dedicato a L’Italia dei monaci, Lisa Cremaschi, patrologa e monaca di Bose, offriva una serie di interessantissimi spunti di riflessione tra i quali tre, in particolare, mi hanno colpito e fatto pensare a noi di Azione Cattolica. 
Li propongo a tutti i soci a pochi giorni dall’Assemblea elettiva, estrapolandoli direttamente dall’articolo, sperando possano essere utili.
Ripercorrendo la storia del monachesimo dice:
1) “La vita monastica si diffonde all’inizio del IV secolo, quando avviene una svolta nei rapporti tra cristianesimo e potere politico: è il momento della nascita della Chiesa cosiddetta costantiniana, non più la Chiesa delle catacombe, la Chiesa perseguitata, ma una Chiesa che esce alla luce del sole e finisce per allearsi con il potere politico. In quest’epoca vi sono situazioni in cui i cristiani si trasformano da perseguitati in persecutori, nei confronti di ebrei, pagani, e cristiani ritenuti, a ragione o a torto, eretici. Il monachesimo fiorisce come risposta, come contestazione della Chiesa costantiniana. Tra gli elementi che portarono alla nascita del monachesimo c’è il desiderio di un ritorno all’Evangelo nella sua interezza, vi è il ribadire la dimensione escatologica della fede cristiana. Molto presto nella Chiesa si affievolì l’attesa del ritorno al Signore; è una tentazione che insidia la Chiesa in ogni tempo. Anche oggi, forse soprattutto oggi.” (p. 11)
2) “Basilio, nella Cappadocia della seconda metà del IV secolo (…) manifesta la sua perplessità nei confronti della vita solitaria, nella quale si rischia di cedere al compiacimento di sé, credendosi giunti a perfezione. Chi vive solo «in che cosa darà prova di umiltà, se non ha nessuno rispetto al quale mostrarsi più umile? In che cosa darà prova di misericordia, se è separato dalla comunione con gli altri? E come potrà esercitarsi nella pazienza, se non c’è nessuno che si oppone alle tue volontà?” (p. 16)
Poi, dopo un ampio excursus conclude:
3) “Ora le tentazioni opposte sono due: quella di diventare un movimento settario, una Chiesa parallela con un orizzonte espressivo (linguaggio, abiti, riti) che né la Chiesa né il mondo capiscono, a volte con una teologia o ecclesiologia propria; oppure quella di lasciarsi divorare dal mondo e inglobare nella Chiesa perdendo il proprio carisma specifico. Il monachesimo si pone sì come realtà marginale, ma non come setta estranea alla vicende degli altri uomini e rinchiusa in una sorta di paradiso artificiale. Si pone come contro-cultura, come segno profetico che contesta le dominanti culturali della società e spesso si mette in contrasto con la via media, la mediocrità, il compromesso assunto dalla comunità cristiana stessa”. (p. 16)
Chiaramente sono questioni che riguardano tutti i cristiani, tutti i movimenti e le associazioni ecclesiali, ma credo, in modo particolare, noi di Azione Cattolica.

martedì 18 febbraio 2020

Rinnovare la fedeltà

Dalla parrocchia di S.Croce un nuovo tassello del cammino assembleare
di Federico Canullo

La scorsa domenica 19 gennaio si è svolta la XVII assemblea parrocchiale anche per l'associazione di Santa Croce in Macerata. 
Ispirati dallo slogan che ci prepara all'assemblea nazionale del prossimo inizio di maggio "Ho un popolo numeroso in questa città" abbiamo voluto condividere, nella gioia del ritrovarsi come famiglia, fratelli nella fede, un momento di sosta e riflessione su quale sia il compito cui, come credenti associati, siamo chiamati ad assumere, non solo nella Chiesa, ma anche e soprattutto nella società in cui viviamo ogni giorno, per rendere significativo l'invito ad essere sale e luce del mondo.
Francesca Pagnanelli consegna il dono dell'AC
parrocchiale al presidente diocesano
Francesco Garbuglia
Guidati dalla freschezza e dall'intuito del presidente diocesano Francesco Garbuglia, cui va tutta al nostra gratitudine e l'affettuoso incoraggiamento per il cammino che ancora lo attende, abbiamo provato a fare insieme il sempre necessario ancorché complesso cammino di discernimento cui la nostra fede ci chiama per renderci consapevoli della esigente vocazione cui siamo chiamati.
Il suggestivo invito "Vuoi un caffé?", preludio di tanti incontri che nel quotidiano ciascuno può sperimentare, ci ha sollecitato ad interrogarci, per essere davvero evangelizzatori come ci insegna papa Francesco, sul bisogno di riscoprire che c'è bisogno di tempo per l'altro, di scegliere di donare il tempo all'altro, proprio perché il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo; insomma scegliere di "offrire un caffè" per nutrire la profonda ricchezza delle relazioni che costruiamo insieme con chiunque.
Un bellissimo momento culminato, dopo la celebrazione eucaristica nella comunità parrocchiale guidata da don Pierandrea, anche nella sua veste di assistente, e un gioioso pranzo condiviso, con la votazione dei componenti il nuovo consiglio per il triennio 2020/2023 che ha visto, con grande soddisfazione di tutti, un quasi completo rinnovo delle figure di responsabilità e la generosa disponibilità di tanti giovani.
Simone Mogarelli e Leonardo Meccarelli (ACR)
Alessandra Giampieri e Federico Canullo (adulti)
Lucrezia Cerquetella e Francesca Meccarelli (giovani)
Come prevede lo Statuto, il nuovo consiglio si è poi ritrovato prima il 31 gennaio e di nuovo il 15 febbraio per l'indispensabile discernimento sul nuovo presidente parrocchiale, individuato in Federico Canullo, chiamato a guidare l'AC parrocchiale per il secondo triennio, affiancato da Alessandra Giampieri, per gli adulti, Lucrezia Cerquetella e Francesca Meccarelli, per i giovani, e Simone Mogarelli e Leonardo Meccarelli, per l'ACR, in collaborazione comunque con altri adulti e giovani che, anche con il voto, sono stati indicati da tutta l'associazione, e convocato a partecipare all'assemblea diocesana del 1° marzo per l'elezione del consiglio diocesano.
Grazie ancora a quanti hanno voluto mettersi a disposizione dell'associazione ed, attraverso di essa, dell'intera comunità parrocchiale e diocesana!

domenica 16 febbraio 2020

Vai tu!

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Un nuovo  appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, tratti dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
grazie a Laura Natalini - 31/01/2020
Sul mondo, creato per amore dal Padre e perduto per l'intervento del peccato, risuona una voce "Vai tu!". E incomincia la missione di Gesù. È quindi dal Padre che incomincia la storia, e i secoli precedenti non sono che una preparazione e i susseguenti uno sviluppo di questo comando. Gesù è mandato: "Vai tu!".[...]
Tutta la sua vita non fu che un meditare su questo invio, un prepararsi un attendere, un pensare, un indagare nella profondità degli abissi del vero, la volontà del Padre. È l'atteggiamento fondamentale di Gesù, è la sua preoccupazione, il suo assillo costante, è il giusto rapporto in ogni opera. [...]
Dammi o Signore, per i meriti dell'ubbidienza di Gesù, di prendere tale atteggiamento, tale umiltà, tale obbedienza, tale consapevolezza. Pare allora che in ogni istante il primo pensiero sia la ricerca del tuo volere come l'origine di ogni mandato, come la verità di ogni azione, come fecondità di ogni opera. "Vai tu!".
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 59; 16 febbraio - "Vai tu!")

domenica 9 febbraio 2020

Puntare sull'eredità del Padre

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Ancora un  appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, tratti dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
grazie a Laura Natalini - 05/01/2020
La rinuncia non è che un'intelligente accettazione della morte e delle sue conseguenze, prima ch'ella arrivi. Le mie case, i miei beni, la mia eredità, invece di abbandonarli allora, all'ultimo momento, forzatamente, li abbandono ora e mi considero già figlio del Padre e vivo di conseguenza. Tutti i miei beni li sacrifico volontariamente attestando con questo gesto la mia fede nell'altra vita e negli altri beni. [...]
Su questa strada si giunge al cammino della croce e alla crocifissione dell'io. Te ne verrà il seppellimento con Cristo, preludio della risurrezione con Lui per sempre.
La vita spirituale è dunque un cammino. [...] In questa progressiva maturazione che ha per posta la rinuncia, tuttol'umano si scolora dinanzi all'intensificarsi del fulgore divino. Il figlio di Dio punta sull'eredità del Padre.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 52; 9 febbraio - Rinuncia nell'amore)

lunedì 3 febbraio 2020

Piazza la Pace

A Macerata l’AC invita ad abitare la città come luogo di relazioni
a cura della Presidenza Diocesana

Sabato 8 febbraio 2020 dalle ore 15:00 presso l’Istituto Salesiano di Macerata in viale Don Bosco, l’Azione Cattolica della diocesi di Macerata propone ai ragazzi ed ai loro genitori l'iniziativa ‘Piazza la Pace’, la tradizionale festa della Pace che, quest’anno, vuole essere un'occasione per scoprire la città come un luogo di convivenza comune, trama e tessuto di relazioni.
Come insegna papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale della Pace del 2020: “abitare è non solo disponibilità, ma decisione di essere attenti alla realtà in cui si è inseriti perché il Signore ci viene incontro e si lascia incontrare attraverso il volto e la vita di coloro che ci vivono accanto e che possiamo riconoscere fratelli e sorelle, i cui bisogni attendono anche la nostra risposta: ‘Lo avete fatto a me’. La pace passa certamente attraverso il rinnovamento delle relazioni sociali”.
Su questa linea si pone l’iniziativa dell’Azione Cattolica, attraverso la promozione di due progetti di solidarietà legati all’evento: ‘Missione Shahbaz Bhatti Onlus’ (in memoria del ministro pakistano ucciso perché credeva nella pacifica convivenza e nel dialogo interreligioso), che sostiene l’anno scolastico dei bambini di strada; e ‘L’Africa chiama’, organizzazione di volontariato di Fano costituita da famiglie aperte all’accoglienza e alla condivisione per la difesa dei diritti del bambino. In entrambi i casi si tratta di esperienze, alle quali saranno destinati le offerte raccolte, in cui l’invito ad essere promotori di pace si traduce nel prendersi cura di persone e famiglie in difficoltà a causa di contesti sociali ed economici caratterizzati da grande e povertà e disagio sociale.
Mentre bambini e ragazzi proveranno ad interrogarsi sulle risorse e sulle criticità della città in cui vivono - a partire dal confronto con le testimonianze di Marty, originaria del Kenya e Sadaqat Shah, ragazzo proveniente dal Pakistan, che racconteranno la vita nei paesi di provenienza - i loro genitori e gli adulti presenti all'evento saranno invece invitati a riappropriarsi del proprio ruolo di custodi della città in cui abitano, grazie all’intervento del sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, con il quale, sollecitati dal racconto della sua esperienza nell'avvio della progettazione del piano di ricostruzione post-sisma del proprio comune, da parte del pool di professionisti guidati dall'arch. Stefano Boeri, si proverà a capire come la pace possa passare anche, in special modo in un territorio ferito così gravemente dall’evento sismico, attraverso la ricomposizione di quel tessuto di relazioni umane, sociali, economiche, che è una “comunità”, prima e più ancora che dalla pur necessaria ricostruzione degli edifici e del tessuto urbanistico edilizio.
Insomma un'occasione per tutti per riscoprirsi davvero operatori di pace.

domenica 2 febbraio 2020

Povertà e amore

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Un nuovo  appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, tratti dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
grazie a Laura Natalini (29/12/2019)
Charles de Foucauld è sullo stesso sentiero di Francesco d'Assisi. Come Francesco è un convertito; come Francesco è un povero; come Francesco non vuole né opere né case, ma testimonianza.
Come Francesco vive in momenti difficili per il mondo e per la Chiesa. [...]
Entrambi vissero epoche storiche con le stesse contraddizioni sociali e religiose e sottola spinta di un autentico ritorno al Vangelo.
Tanto Francesco quanto Charles de Foucauld, sforzandosi di vivere il Vangelo e amando alla follia Gesù di Nazareth, trovarono la risposta alle esigenze del loro tempo.
Ed essendo entrambi terribilmente umani, riuscirono a condensare in due idee forza la complessità della ricerca e le contraddizioni del tempo: l'idea della povertà e l'idea dell'amore universale.
Qui sta il segreto di entrambi, segreto che li rendo così simpatici a tutti e capaci di rovesciare la vita di molti che hanno la ventura di avvicinarsi a loro.
Sono poveri, credono alla povertà, vivono da poveri. E in più sanno amare, amare senza frontiere e capaci di raggiungere tutti gli uomini, al di là di ogni razza, di ogni cultura, di ogni religione.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 46; 2 febbraio - La risposta)