domenica 30 agosto 2020

La figliolanza di Dio

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Un nuovo appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.

Ecco il dono della pace: la figliolanza di Dio, la consapevolezza autentica e profonda di essere entrati a far parte di una famiglia che ha Dio come padre e che vive già "nei cieli".
Penso che sia questo l'estremo dono all'uomo che vive su questa terra, il superamento della barriera terribile della paura e della morte, la vittoria radicale sulla sua angoscia di essere solo e di morire solo. Non per nulla questa verità entra a far parte dell'unica preghiera che Gesù ci ha insegnato a dire [...]
Ed, è nello stesso tempo, lo stroncamento senza equivoci della sottile eresia  sulla fede che separa la Trascendenza dall'Immanenza di Dio nel mondo. [...]
Dio è mio padre! E se è mio padre, interviene sempre per me, suo figlio ...
Interviene nelle grandi come nelle piccole cose , interviene nel pane come nella salute, interviene nella mia vocazione come nella mia morte.
La pace viene dalla certezza che queste cose sono vere.

(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 262; 29 agosto - Padre nostro) 

lunedì 24 agosto 2020

Abitare le vie della memoria

A 75 anni dalla Liberazione ricordiamo i testimoni del Maceratese.

Siamo abituati a vivere Macerata camminando tra vicoli, strade, piazze citandone i nomi. Di certo non pensiamo che dietro a quei nomi ci siano persone che hanno attraversato il nostro tempo e alcune anche le nostre stesse strade, così è per la via dove abitiamo, così per i luoghi che frequentiamo. La nostra vita è sempre di più ‘un treno in corsa’, come ci ricorda un bellissimo quadro di Ivo Pannaggi, ed è sempre più difficile ‘camminare’ per riflettere, conoscere”: così scrive nell’introduzione al suo libro "Abitare le vie della Memoria. Storie di libertà camminando per la città di Macerata" la prof.ssa Daniela Meschini. 
L'iniziativa era stata pensata, fin dallo scorso mese di marzo, come proposta di trekking urbano in diverse zone significative della città di Macerata, con testimonianze e visite alla scoperta dei protagonisti della resistenza nel nostro territorio a 75 anni dalla liberazione, ma l'emergenza sanitaria dovuta all'epidemia di Covid-19 ha costretto a rinviare l'evento.
Il miglioramento della situazione sanitaria consente ora all’Azione Cattolica diocesana ed all’ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra), di proporre comunque, per non dimenticare il sacrificio di chi ha dato la vita per proiettare l’Italia nella democrazia, per domenica 30 agosto alle ore 18:00 nel cortile di Palazzo Conventati e con il patrocinio del comune di Macerata, la presentazione del volume curato allo scopo dalla prof.ssa Daniela Meschini. Sarà occasione per scoprire le tante figure significative di questo momento fondamentale della nostra storia, con l'autrice che dialogherà con lo scrittore Jonathan Arpetti
La partecipazione è libera ma, per ragioni di sicurezza, previa prenotazione obbligatoria al numero 3356881977, e l'accesso sarà consentito con l’uso della mascherina ed il rispetto delle misure di distanziamento previste dalla legge
La presentazione è un’occasione per riaffermare il valore della democrazia ed un invito a riscoprire i luoghi della città dedicati ai testimoni per la libertà. Il percorso di formazione che ogni anno l’Azione Cattolica diocesana propone agli aderenti vuole sempre essere anche stimolo culturale e azione di sensibilizzazione della comunità civile sui temi dell’accoglienza, della solidarietà, della democrazia e del bene comune, con un’attenzione particolare a promuovere sinergie con altre realtà, impegnate nella vita cittadina. 
Per questo si è voluta coniugare la riflessione sul tema dell’abitare da credenti la città con i valori della libertà e della democrazia attraverso un percorso di riscoperta dei luoghi di Macerata dedicati al ricordo dei testimoni per la libertà, il quale sarà effettuato appena lo permetteranno le norme anti Covid. 
La resistenza nel Maceratese non fu solo armata, ma soprattutto civile, grazie anche all’apporto dato dalle donne e dai sacerdoti, che si sacrificarono per cercare di salvare i propri parrocchiani e spesso provarono ad intercedere per partigiani arrestati e avviati alla fucilazione. 
Durante il periodo furono uccisi 1279 soci e 202 sacerdoti assistenti; 112 furono insigniti della Medaglia d’Oro al Valore, la maggior parte dei quali provenienti dall’Azione Cattolica. 
Ricordando di essere debitori a queste persone che sacrificarono la propria vita per gli altri l’autrice sottolinea il significato del libro: “Questo lavoro vuole essere un piccolo contributo alla conoscenza dei luoghi in cui viviamo, che ogni giorno attraversiamo e che profumano di radici e di storie di uomini e donne e della loro vita donata”.

domenica 23 agosto 2020

Lui è già lì ad attendermi

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Grazie Laura Natalini (16 agosto 2020)
Torna l'appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
Possiamo dire che noi siamo ciò che preghiamo.
Il grado della nostra fede è il grado della nostra preghiera; la forza della nostra speranza è la forza della nostra preghiera; il calore della nostra carità è il calore della nostra preghiera. Né più né meno.
[...]
Per capire bene la preghiera, è necessario capire che si parla con Dio. Ci sono quindi due poli. L'uno piccolo, debole debole: la mia anima; uno immenso e onnipotente: Dio!
Ma qui sta la prima sorpresa: che Lui, così grande, abbia voluto paralre con me, così piccolo; Lui, Creatore, con me creatura. Non sono stato io che ho voluto la preghiera; è Lui che l'ha voluta.
Non sono stato io che l'ho cercato; è stato Lui che mi ha cercato per primo. Vano sarebbe stato il mio cercare Lui, se prima di tutti i tempi non fosse stato Lui a cercare me.
La speranza su cui poggia la mia preghiera, sta nel fatto che è Lui che vuole la mia preghiera. E se vado all'appuntamento, è perché Lui è già lì ad attendermi.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 257; 24 agosto - Noi siamo ciò che preghiamo) 

domenica 16 agosto 2020

La resa dei conti

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Ancora un appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
L'uomo che, dopo i primi passi nella vita spirituale, si lancia nelle battaglie della preghiera e dell'unione con Dio, si stupisce dell'aridità del cammino.
Più avanza e più si fa buio intorno a lui; più cammina e più tutto gli diventa amaro. Deve addirittura, per avere un po' di conforto, richiamarsi alle gioie antiche, a quelle dei primi passi, quelle che Dio gli donava per attirarlo a sé.
A volte è perfino tentato di gtridare: "Ma Signore, se Tu ci aiutassi un po' di più, avresti più seguaci alla tua ricerca".
Ma Dio non ascolta tale invocazione; anzi, al posto del gusto aggiunge la noia; e invece della luce mette le tenebre. Ed è proprio là, a metà del nostro cammino, che non sappiamo se andare avanti o indietro; meglio ... sentiamo di andare indietro. Ma solo allora incomincia la vera battaglia e le cose si fanno serie. Sì; si fanno serie innanzitutto perché si fanno vere. Incominciamo a scoprire ciò che valiamo: nulla, o poco più. Crfedevamo, sotto la spinta del sentimento, di essere generosi; e ci scopriamo egoisti. Pensiamo, sotto la falsa luce dell'estetismo religioso, di saper pregare; e ci accorgiamo che non sappiamo più dire "Padre". Ci eravamo convinti di essere umili, servizievoli, ubbidienti; e constatiamo che l'orgoglio ha invaso tutto il nostro essere, fino alle radici più profonde. Preghiera, rapporti umani, attività, apostolato: tutto è inquinato. 
È l'ora della resa dei conti; e questi sono molto magri.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 247; 14 agosto - L'ora della resa dei conti) 

sabato 15 agosto 2020

La fantasia di Dio

La festa dell'Assunzione.
padre Alberto Maggi  

Una bella riflessione sul significato del dogma dell'Assunzione. 
L’inizio e la fine della vita terrena di Maria corrispondono al compimento del progetto che Dio ha sull’umanità: creati per diventare suoi figli, realizziamo questa figliolanza nella vita terrena mediante la pratica di un amore che somigli a quello di Dio e proseguiamo presso il Padre la nostra esistenza oltrepassando la soglia della morte.
La Chiesa presenta come modello perfetto di questo itinerario Maria: l’ingresso nell’esistenza terrena viene celebrato con l’Immacolata e quello nella sfera di Dio con l’Assunta.
Come per l’Immacolata, quello dell’Assunta è un altro dei dogmi recenti (Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus, 1950) che non hanno alcuna diretta radice nella Sacra scrittura, ma che appartengono di buon diritto al patrimonio della fede del popolo cristiano.
L’Assunta è infatti una verità di fede nata non dalla speculazione teologica ma dal buon senso o intuito della gente, e in passato era una festività tanto importante da stare alla pari col Natale, la Pasqua e la Pentecoste, le tre grandi solennità dell’anno liturgico.
Ma dobbiamo chiederci che può significare oggi per noi celebrare una simile festa. È ancora una volta rimanere sbalorditi di fronte ai tanti straordinari privilegi che Dio ha abbondantemente riversato su Maria, oppure una proposta, una possibilità valida per tutti i credenti?
Maria “assunta” in cielo è la firma di Dio sull’umanità, la creazione di un uomo che si lasci coinvolgere dall’azione vivificante dello Spirito santo: “Tale glorificazione è il destino di quanti Cristo ha fatto fratelli”, affermò infatti Paolo VI nella Marialis cultus (6), il documento pontificio che ha portato un’aria nuova nella conoscenza di Maria.
Pertanto anche noi, se mettiamo nella nostra vita una qualità d’amore che assomigli a quella di Dio, fin da adesso, come afferma l’Apostolo Paolo “sediamo nei cieli, in Cristo Gesù” (Ef 2,6), siamo come lui vincitori della morte e continueremo a vivere per sempre (Gv 11,25), come prega la Chiesa il 15 agosto: “anche noi possiamo per intercessione della Vergine Maria giungere fino al Padre nella gloria del cielo”.
Dio non ha creato l’uomo per la morte, ma per la vita, per una vita che può raggiungere la stessa qualità divina, ed essere perciò inattaccabile e indistruttibile.
La festa dell’Assunta ci ricorda e ci stimola quel che possiamo essere. Ci ricorda che noi siamo importanti agli occhi del Padre che ci vuole innalzare al suo stesso livello. Ci stimola perché al desiderio del Signore di renderci simili a lui, deve corrispondere anche il nostro impegno di vivere una vita di una tale qualità da renderla indistruttibile e capace quindi di durare per sempre.
Per Maria l’assunzione non è stato un premio ricevuto per meriti speciali, ma la conclusione logica della sua esistenza che fin da Nazaret ha diretto sempre verso scelte di servizio, d’amore, pertanto di vita. Anche quando scegliere non era né facile è logico, anche nelle situazioni più drammatiche, Maria ha scelto la vita.
Maria si è fidata della fantasia di Dio.
Quella fantasia che trasforma tutte le cose in bene (Rm 8,28), e fa si che quelle che sembrano pietre siano invece pane (Mt 7.9). La fantasia di un Dio che sceglie quel che nel mondo è disprezzato per farne oggetto del suo amore (1 Cor 1,27-30; Gc 2,5). Fantasia che viene attratta dalle situazioni più difficili e più disperate per far brillare la potenza del suo amore.
È la fantasia di Dio che fa sì che un’anonima ragazza di uno sperduto malfamato villaggio venga proclamata beata da tutte le nazioni e per tutti i secoli (Lc 1,48).
L’assunzione è il coronamento logico della vita di Maria e della fantasia di Dio: la donna, l’essere emarginato che non poteva neanche mettere piede dentro il santuario, Dio la vuole con sé. Il Signore l’innalza al suo stesso livello ed elimina la distanza che lo separava dall’umanità.
E noi oggi non dobbiamo stare a guardare con il naso per aria verso il cielo (At 1,11), ma far si che pure la nostra vita sia una festa della fantasia di Dio.
Esperimentare che non esiste fallimento, non esiste peccato, non esiste angoscia che il Padre nella potenza del suo amore non possa trasformare in vita. Non esiste colpa che non possa diventare una “felice colpa” come canta la liturgia del sabato santo.
Anche per noi la vita eterna non sarà un premio da ricevere per la buona condotta tenuta nell’esistenza terrena, ma l’accoglienza di un dono d’amore di quel Padre che vuole che neanche uno dei suoi figli si perda (Gv 6,39).
L’assunzione è la festa e la condizione di quanti hanno saputo essere fedeli all’amore portando così a compimento il progetto di Dio sull’uomo.

martedì 11 agosto 2020

Arrivederci padre Giovanni

Grati al Signore del dono della sua presenza.

Domenica scorsa, 9 agosto, è venuto a mancare padre Giovanni Frigerio, già priore della comunità monastica dell'Abbadia di Fiastra e da qualche tempo collaboratore instancabile della parocchia di Smerillo.
Appresa la notizia l’Azione Cattolica Italiana della diocesi di Macerata, con commozione e gratitudine per l’amicizia di questi decenni, prega per p. Giovanni Frigerio, che ci ha insegnato ad amare la Parola di Dio, affinchè fosse lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino. 
Per molti anni ha ‘spezzato’ per noi la Parola di Dio durante la lectio divina all’inizio dei ‘tempi forti’ (Avvento e Quaresima) dell’anno liturgico. 
 Ci accoglieva sempre con il volto sorridente e ‘spezzava’ la Parola a noi, affamati di Dio; le sue riflessioni non erano mai indigeste per il nostro debole stomaco (e lui lo sapeva!), anzi erano perfettamente digeribili. 
Ogni volta che, come associazione, ci ritrovavamo all’Abbadia di Fiastra, ci accoglieva con il sorriso, facendoci capire che il Vangelo offre alla vita, pur nelle quotidiane difficoltà, gioia: la vita cristiana va vissuta nella totalità; con lui l’animo turbato ritrovava la sua serenità.
Certi di ritrovarlo nella gioia della casa del Padre, ringraziamo il Signore per il dono che ce ne ha fatto in tutti questi anni.

domenica 9 agosto 2020

Contemplativo e attivo

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Un nuovo appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
Se uno mi chiedesse com'è andata la faccenda e io dovessi scendere nei particolari, dovrei distinguere tre tappe che hanno caratterizzato il cammino della mia vita. La prima tappa è stata quella dell'impegno vissuto fino a fondo: impegno familiare, impegno culturale, impegno organizzativo. E così fino a quarant'anni. C'è un nome che riassume questo periodo e gli dà la nota dominante: Azione cattolica. Mi sono lasciato prendere fino in fondo, proprio com'è la natura del mio essere. L'Azione cattolica mi ha condotto a uscire dal piccolo e ristretto ambiente familiare per farmi capire la Chiesa, viverne le tensioni profonde e scoprire il divino "noi" della comunità cristiana. Devo molto all'Azione cattolica e di esso ho solo cari ricordi. A quarant'anni mi trovai a scoprire un'altra realtà e, quasi senza accorgermi, mi trovai a vivere la stupenda avventura del deserto. Il Sahara è stato per me il vero rifugio dell’anima, il luogo stupendo della contemplazione, l’alcova prediletta dell’intimità con Dio. Poi venne la terza tappa che, senza volerlo, sarebbe diventata la sintesi delle prime due. Avevo conosciuto l’azione, avevo conosciuto il silenzio della contemplazione, ora Dio mi conduceva a un tempo in cui conteplazione e azione dovevano fondersi in un’unica realtà: la Chiesa. La Chiesa, nella sua realtà, è nel deserto ed è sulle strade. […] La Chiesa, la vera Chiesa, è contemplativa e attiva allo stesso tempo, proprio come contemplativo e attivo è il suo fondatore e modello unico: Gesù Cristo
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 239; 6 agosto - Contemplativo e attivo)  

domenica 2 agosto 2020

La preghiera

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Torna l'appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
Nella preghiera sono due che agiscono, in questo atto fondamentale:Dio e l'uomo.
Dio ci attende: questa è una certezza consolante. Dio ci sostiene, Dio vuole che noi preghiamo. Senza di Lui non potremmo nulla.
Naturalmente all'altro polo ci siamo noi, c'è l'uomo. Non è cosa facile pregare, perché la vera preghiera impegna la fede pura. Ma dobbiamo sforzarci, gettarci con coraggio, con estrema fiducia. Dobbiamo, e lo possiamo, divenire uomini di preghiera.
La preghiera è una ricerca di Dio.
Essa comincia quando l'anima, con atto profondo, si mette in contatto con Dio. È un atto di raccoglimento ed è come il fiammifero che accende il fuoco. Tale atto più è ricco di offerta di sé, più è valido, reale.
Non quindi ricchezza di idee, di sentimenti, ma ricchezza di doni. Anzi, in questo senso la vera preghiera diventa sempre più spoglia. Esempio tipico della preghiera del pubblicano, nei confronti della prolissità della preghiera del fariseo.
È quindi la verità che conta, è la preghiera più vera, più efficace, reale.
[...] Qui non c'è metodo, perché ciò che regna è la libertà dello spirito.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 228; 1 agosto - Uomini di preghiera)