venerdì 31 gennaio 2014

Lo spread dell'amore: crisi economica o educativa?

Il secondo appuntamento del ciclo "EduCultura dell'Amore"
di Renato Lapponi

Quando c’è crisi significa che qualcosa di molto rilevante non va bene e ci siamo accorti tutti che viviamo ancora in piena crisi economica, una crisi che appare non momentanea, ma strutturale. Manca il lavoro, chiudono le aziende che danno lavoro, addirittura non si cerca più il lavoro, crollano i consumi e si sperimenta regresso in molti ambiti della nostra vita. Noi però non ci rassegniamo, non ci vogliamo fermare a piangerci addosso. Tutti notiamo il “ differenziale” che nasce dalle azioni che facciamo nella vita di tutti i giorni per sbarcare il lunario e quello che noi vorremmo fosse la nostra realtà di vita. Lo spread tra i nostri progetti e i nostri sogni e la realtà non accenna a diminuire. 
Proprio perché non ci piace vivere in questa maniera penso che sia importante per noi avere delle certezze, che sicuramente non ci vengono suggerite dal mondo che ci circonda e dai media. Allora dove attingere per abbattere questo “differenziale”? L’aspetto meno evidenziato, ma tra i più rilevanti di questi anni di crisi è il degrado “culturale”. Esso ha colpito la nostra sfera educativa in un modo pregnante, ha modificato e distrutto molte nostre certezze. E’ urgente a tal fine riscoprire e promuovere i veri valori della vita. E’ ancora più urgente rifondare l’amore per viverlo e comunicarlo nella sua splendida e totale rilevanza, purificandolo dalle deformazioni con le quali purtroppo oggi viene contrabbandato. 
Allora l’EDUCULTURA DELL’AMORE (scarica il volantino dell'incontro!) diventa indispensabile. Questi incontri ci servono per attenuare lo “spread” della nostra vita, per dare un senso alle nostre azioni, per farci sentire meno soli. L’amore non fa aumentare il PIL e i valori non sono certamente quelli della Borsa. Ma educandoci all’amore la qualità della nostra vita fa veramente un enorme salto in avanti. 

giovedì 23 gennaio 2014

Pace ... in alto mare!

La Festa Diocesana della Pace in preparazione alla prossima assemblea elettiva.

Chi sono i bambini stranieri che vanno in classe con i nostri ragazzi? Che storia hanno? Da dove provengono e perché hanno lasciato il loro paese? Che viaggio hanno fatto per arrivare fin qui? E noi, come li accogliamo? Le storie di Lampedusa hanno dato una bella scossa alle coscienze di tutti, anche se la sovraesposizione mediatica e l’inevitabile banalizzazione che ne consegue ci fa correre sempre più il rischio dell’assuefazione. L’unica cura possibile è la conoscenza, il “faccia-a-faccia” quando possibile.
Serve allora educare a sbirciare dietro la maschera, per abbracciare il volto di Dio nascosto dal filtro dei luoghi comuni e del pregiudizio, in una parola imparare l’arte dell’ascolto e dell’accoglienza. È quanto ci chiede il messaggio del Santo Padre per la giornata della pace di quest’anno, proprio con riferimento esplicito alle tante storie di sofferenza dei migranti sulle rotte del Mediterraneo: non un tema, quello della "fraternità", ma un vero e proprio stile di pace.
Entro queste coordinate si muove la Festa della Pace che la presidenza diocesana e l’equipe dell’ACR organizzano sabato 1 febbraio dalle ore 15,00 a Recanati, presso i locali della parrocchia Cristo Redentore. Un’occasione per comprendere il significato dell’accoglienza e la sua importanze in un’ottica di fede ma anche come valore civile.
La scelta di condividere questa riflessione con “La Goccia onlus” ed ”AIBI”, che da anni ormai si occupano di affido e adozioni, consente di allargare lo sguardo non solo dei ragazzi, chiamati ad una sensibilizzazione sulle storie di vita dei loro coetanei provenienti da Paesi diversi, ma anche degli adulti, visto che all’evento sono espressamente invitati i genitori, per i quali è pensato uno specifico incontro sul tema urgente dei “minori stranieri non accompagnati”, sempre più presenti anche nelle nostre città e che interrogano profondamente l’esigente e forse un po’ arrugginito ruolo educativo proprio di ogni adulto.
Sarà il dott. Giacomo Sciortino, direttore della comunità per minori "Mondo minore" della Comunità di Capodarco, a raccontare, a partire dalla propria esperienza, come meglio accogliere i minori stranieri non accompagnati, come essere di aiuto per i loro bisogni, di conforto nelle loro paure, di sostegno delle loro speranze ... insomma, come ospitare il fratello, quel figlio straniero che soffre una situazione di particolare fragilità e di vulnerabilità.
Un’occasione, quindi, affinché, ora più che mai, la “Pace” non sia “in alto mare”!

Uscire dall'isolamento

Intervista a don Stefano Nastasi testimone alla Marcia della Pace
di Simone Baroncia

Stando ai numeri forniti da Eurostat (l’ufficio statistico dell’Unione europea) l’Italia è solo al sesto posto per numero di rifugiati accolti, con valori assoluti molto più bassi dei paesi più grandi. Ma i numeri dell’accoglienza sono ancor più sorprendenti se si guarda all’incidenza dei rifugiati sul totale della popolazione. In questo caso il nostro Paese scivola al 14^ posto dell’Ue a 28. In base alla popolazione hanno molti più rifugiati di noi Germania, Francia e Inghilterra ma anche paesi piccoli e lontani dal bacino del Mediterraneo come la Svezia, il Lussemburgo, l’Olanda, Cipro, il Belgio e l’Olanda. In Italia nel 2012 sono stati accolti 64.779 rifugiati con un'incidenza sul totale della popolazione (60.800.000 abitanti) pari allo 0,1%. Le domande d’asilo presentate sono state oltre 17.000, circa la metà del 2011 (37.000). 
A don Stefano Nastasi, testimone alla partenza della Marcia della Pace Recanati-Loreto sabato prossimo 25 gennaio, abbiamo chiesto come sono state accolte la proposta a Premio Nobel per la pace e la scelta dei lettori di Famiglia Cristiana a cittadino dell’anno: 

lunedì 13 gennaio 2014

Fraternità, fondamento della pace.

13a edizione della Marcia della Giustizia e della Pace Recanati-Loreto

Mentre la televisione snocciola imperturbabile percentuali sempre più sconfortanti sull'occupazione giovanile e dati allarmanti sul flusso inarrestabile di carrette del mare nel canale di Sicilia, il messaggio del Santo Padre per la 47a giornata della pace, nel porre a tema "la fraternità" come metodo e strumento concreto di pace, ci coglie quasi alla sprovvista.
Seppure da anni, insieme con tutta la Chiesa, non ci stanchiamo di proclamare in ogni occasione l'urgenza di contrastare i messaggi suadenti delle sirene del "dio mercato" - che, invitando a soddisfare i nostri bisogni individuali, finiscono col farci dimenticare l'innegabile natura sociale dell'uomo, l'innato bisogno di mettersi in relazione, di "sentirsi" fratelli - i timori generati da questo perdurante clima di crisi hanno probabilmente finito per appannarci la vista ed, in ultima analisi, indurito il cuore.
Non può pertanto che essere quanto mai opportuno il richiamo di papa Francesco alla fraternità, cui inevitabilmente finiscono con l'essere coniugati i due temi attualissimi dell'accoglienza degli immigrati e di un nuovo modo di vivere l'economia. Ecco allora spiegate le scelte del comitato incaricato della preparazione della tredicesima edizione della Marcia regionale della Giustizia e della Pace Recanati-Loreto, con l'invito al parroco di Lampedusa don Stefano Nastasi, chiamato ad una testimonianza alla partenza dell'evento alle ore 17,30, nella parrocchia Cristo Redentore di Recanati, e il coinvolgimento del professor Stefano Zamagni, insigne studioso, già collaboratore di papa Benedetto nella stesura dell'enciclica "Caritas in veritate", fautore di una nuova economia, non più basata sulla speculazione ma proprio sulla relazione e sulla fraternità, al termine del cammino nella basilica di Loreto, intorno alle 21,30. In mezzo, lungo il cammino, diverse testimonianze di "pace e giustizia" concrete, nel quotidiano, tra le quali, su tutte, quella di Nizar Lama, giovane cristiano della chiesa cattolica di Betlemme.
Sarà, come ogni anno, occasione per ogni persona di buona volontà di testimoniare il proprio impegno per una pace concreta, fondata sulla giustizia costruita a partire dal riconoscimento della comune natura di figli di Dio, con tutti, qui e ora.

Il nuovo segretario diocesano del MLAC!

Concluso il congresso diocesano a Recanati

Al termine del congresso diocesano del movimento lavoratori di Azione Cattolica a Recanati domenica 12 gennaio, gli aderenti hanno scelto Stefano Della Ceca di Tolentino, come nuovo segretario diocesano del movimento, accogliendo con gioia una sua manifestazione di disponibilità.
Insegnante presso il liceo scientifico G.Galilei di Macerata, 37 anni, sposato con Beatrice e padre di tre bambini, proviene dalle fila dell'A.C. della parrocchia della Santa Famiglia di Tolentino, anche se negli ultimi anni si è dedicato prevalentemente alla promozione di uno stile di consumo critico e di un'economia "sostenibile" con la creazione e gestione dei "mercati del contadino" a Macerata e Tolentino per la vendita di prodotti della filiera biologica corta (i c.d. prodotti biologici "a km zero") e con l'avvio del progetto "Vivi la tua terra" attraverso il CiSEI.
Con lui sono stati eletti anche i membri dell'equipe che affiancheranno Stefano nel servizio all'associazione ed alla Chiesa locale: Antonella Marino ed Emanuele Severini di Recanati ed Emanuele Ranzuglia di Macerata.
La presidenza diocesana di A.C. si unisce alla gioia del MLAC ringraziando Stefano, con tutta la sua famiglia, e gli altri membri dell'equipe diocesana della loro generosità.

mercoledì 8 gennaio 2014

Facciamo cose... insieme!

Il Congresso MLAC apre la fase assembleare dell'associazione

Domenica 12 gennaio alle ore 9,00 presso i locali della parrocchia Cristo Redentore di Recanati, entra nel vivo il cammino assembleare dell'Azione Cattolica diocesana con il congresso del Movimento Lavoratori.
Seguendo l'invito della presidenza nazionale, questo evento vuole essere ben più di un semplice momento "associativo" connesso al rinnovo delle responsabilità, ponendo invece all'attenzione di aderenti e simpatizzanti il tema del lavoro, quanto mai attuale oggi, con uno sguardo di fede.
Per questo si partirà ascoltando, dalla viva voce dei protagonisti, la testimonianza su esperienze "possibili" di lavoro nella nostra diocesi, per poi lasciarci condurre da don Emilio Centomo, assistente nazionale del MLAC e del settore Adulti di Azione Cattolica, in una lectio divina sul brano dei discepoli di Emmaus.
E' con gioia allora che estendiamo l'invito a partecipare ovviamente a tutti, aderenti o meno, anche per cogliere l'occasione di tradurre in concreto il pressante invito alla fraternità rivoltoci da papa Francesco con il recente messaggio per la giornata della pace di quest'anno.

domenica 5 gennaio 2014

Fraternità: fondamento e via per la pace

Il messaggio di papa Francesco per la giornata della pace
di Simone Baroncia

Nel suo primo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, papa Francesco affronta il tema della fraternità e lo rivolge a tutti, perché nel “cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed abbracciare”. Il centro della fraternità è la famiglia, dove ci si educa ad instaurare rapporti di condivisione per costruire una cultura di solidarietà, fondata sui diritti umani: “In tante parti del mondo, sembra non conoscere sosta la grave lesione dei diritti umani fondamentali, soprattutto del diritto alla vita e di quello alla libertà di religione. Il tragico fenomeno del traffico degli esseri umani, sulla cui vita e disperazione speculano persone senza scrupoli, ne rappresenta un inquietante esempio. Alle guerre fatte di scontri armati si aggiungono guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese”.