domenica 27 settembre 2020

Amare il prossimo

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Un nuovo appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
Una sera nel deserto ho incontrato un vecchio che tremava dal freddo. Pare strano [...] ma [...] la definizione del Sahara è un paese freddo dove a molto caldo quando c'è il sole.
Io avevo con me due coperte, le mie, e le sole indispensabili per la notte all'addiaccio. Darle a lui voleva dire che avrei tremato io. Ebbi paura e tenni le due coperte per me.
Non tremai per il freddo della notte, ma il giorno dopo tremai per il giudizio di Dio. Difatti sognai che ero morto inun incidente, schiacciato da un masso sotto il quale mi ero addormentato.
Col corpo immobilizzato sotto tonnellate di granito ma con l'anima viva - e com'era viva! Fui giudicato.
Fui giudicato immaturo per il Regno. E tutto era evidente. Io che avevo negato una coperta al mio fratello per paura del freddo della notte avevo mancato al comandamento di Dio "Amerai il prossimo tuo come te stesso". In realtà avevo amato la mia pelle più della sua. [...] Ma non solo [...] ama il prossimo fino a morire in croce per lui, avevo mancato il mio dovere di seguace di Gesù. 
Dovevo imparare a consegnare tutte e due le coperte. La prima, per dimostrare che amavo l'uomo come me stesso; la seconda, per provare che ad imitazione di Gesù ero capace di portare sulle mie spalle i dolori degli altri.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 292; 27 settembre - Amare il prossimo) 

domenica 20 settembre 2020

Grazie Francesco.

Nominato il nuovo presidente diocesano di Azione Cattolica


Dopo l'assemblea di sabato 5 settembre all’Istituto Salesiano di Macerata, con grande tempestività il vescovo Nazareno Marconi ha nominato il nuovo Presidente Diocesano di Azione Cattolica di Macerata, scegliendo tra la terna di nominativi indicati dal consiglio diocesano appena eletto.
Si tratta di Francesco Garbuglia dell'associazione parrocchiale San Francesco di Recanati. 31 anni, laureato in ingegneria, ha già svolto il servizio di presidente diocesano nel triennio appena conclusosi.
Il fraterno clima di amicizia vissuto nell’assemblea, nonostante i limiti posti dalle precauzioni necessarie per l’emergenza sanitaria in corso, ha delineato i presupposti del cammino che attende ora l’associazione, come ha suggerito anche mons. Marconi, nella lettera di nomina "...L’esperienza del triennio precedente, in questo tempo tutt’altro che facile, ti sia di conforto perché continuando a seminare con umiltà e metodo i frutti verranno", evocando così l’insegnamento dell’indimenticabile Vittorio Bachelet, infaticabile testimone della generatività che nasce dal fecondo abbandono alla misteriosa e sorprendente azione dello Spirito Santo nella storia dell’uomo.
Grati della disponibilità che, ancora una volta Francesco ha voluto dare, gli facciamo gli auguri di buon cammino assicurandogli l'affetto e la vicinanza di tutta l'associazione e dell'intera chiesa diocesana.

Misericordia

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

grazie a Laura Natalini (05/09/2020)
Ancora un appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
Le azioni le dobbiamo giudicare, i giudizi espressi li possiamo giudicare: ma non l'uomo.
Nessuno di noi davanti a un fratello può sapereil suo domani, la sua virtù, la sua santità. Uomini tiepidi si sono trasformati e hanno sopravanzato coloro che erano virtuosi. E poi, chi può conoscere la responsabilità di ognuno? La consapevolezza? [...].
La vera soluzione la pone lo Spirito Santo portando in noi la ricchezza delle beatitudini della misercordia.
La luce che promana da questa sublime betaitudine getta sull'anima una grande chiarezza sulla sua miseria, in modo che paralizzaogni desiderio di giudicare il prossimo e chiede solo misericordia, misericordia, misericordia. 
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 287; 22 settembre - Non giudicate) 

domenica 13 settembre 2020

La chiave

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Ancora un appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
Si tratta quindi di fare atti d'amore. Facendoli si stabilisce l'abito, e la progresiva conquista di uno stato d'amore che è, in definitiva, la vita di sanitità, in quanto su quel lavoro agisce la grazia conformando in noi l'immagine di Gesù, secondo le espressioni paoline: "Poiché coloro che da sempre egli ha fatto oggetto delle sue premure li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo ...".
L'amore è la chiave di tutti i misteri del cristianesimo. Senza di esso, è impossibile aprire gl scrigni preziosi del pensiero di Gesù. È il motivo delle beatitudini, è la vita stessa di Dio. Come si può capire la castità senza l'amore? E la povertà cosa diventa se non è animata dall'amore di Dio e del prossimo? Una sciocca cosa. Tu devi, Carlo, sentire questo come vocazione, e riferirti all'amore in tutte le difficoltà di pensiero e d'azione.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 274; 9 settembre - Norma dell'amore) 

mercoledì 9 settembre 2020

Siamo le nostre mani

Dai vicepresidenti e assistente giovani di A.C. una riflessione sulla morte di Willy.
Luisa Alfarano, Michele Tridente e don Gianluca Zurra
vicepresidenti e assistente nazionali per il Settore giovani di Azione Cattolica

Dal sito dell'Azione Cattolica nazionale pubblichiamo una quanto mai necessaria riflessione dei responsabili nazionali giovani dell'associazione sul terribile fatto di cronaca di Colleferro.
Ci sono mani che accarezzano, sollevano, difendono, abbracciano, sostengono. Ci sono mani che strattonano, giudicano, discriminano, violentano, uccidono. L’episodio drammatico che ha portato alla morte di Willy, giovane che, nel suo percorso di crescita, ha incontrato il cammino associativo di Azione Cattolica, è questione di mani: le sue, che cercano di salvare, di rappacificare, di risolvere un litigio, e altre, che afferrano e tolgono la vita.
Noi siamo le nostre mani: meno si abituano ad aprirsi e a stringere altre mani e più si chiudono a riccio, moltiplicando disumanità e violenza. L’educazione non passa attraverso grandi rivoluzioni o astratti proclami: si gioca nei gesti più comuni, quelli che troppo spesso riteniamo periferici, secondari, come le movenze delle nostre mani, che possono invece salvare o uccidere. Educare è riabilitare le mani a riconoscere la dignità del-l’altro, la ricchezza della sua differenza; significa allenarle a una forza che non sta nell’arroganza, ma nel coraggio di prendersi cura dell’altro.
Gesù, nei Vangeli, guarisce la mano inaridita di un uomo, rimettendolo al centro, poiché spesso la violenza e la chiusura nascondono una grande mancanza di affetto, di vicinanza, di comprensione. Il Risorto da morte riabilita la mano di Tommaso a mettere il dito nelle ferite della crocifissione, perché l’apostolo possa sentire sulla sua pelle quanto l’amore sia più grande di ogni gesto di morte. Sarebbe un fallimento, dunque, non lasciarsi toccare dalla morte di Willy!
Mettiamo anche noi le mani nel dramma terribile che è accaduto, chiedendoci con onestà se abbiamo il coraggio di denunciare a viso aperto, al di là di ogni colore politico, quei piccoli continui atteggiamenti quotidiani che incitano all’odio, alla discriminazione, alla sottomissione, come se tutto questo fosse tremendamente normale! Domandiamoci se le nostre comunità sono davvero luoghi in cui imparare la saggezza dell’abbraccio e non covi solitari in cui cresce l’abitudine all’aggressione e al risentimento! Noi siamo le nostre mani. In quella rissa c’erano tante mani, tutte uguali, tutte umane, eppure così diverse! La differenza sta in ciò che ha indotto Willy a riattraversare la strada, per andare in soccorso all’amico in difficoltà.
Ciascuno chiamerà questa spinta in modo diverso, ma è proprio questa differenza umana (così divina!) che è necessario innescare, animare, dischiudere negli anfratti più difficili e delicati delle giovani generazioni. Lo dobbiamo a Willy, alla sua famiglia, a cui cerchiamo di essere vicini, come una mano che abbraccia e sostiene. Lo dobbiamo ai giovani che verranno, perché abbiano il coraggio di mani che sappiano curare, generare vita, anche quando tutto questo può dare fastidio, fino a pagare di persona. Noi siamo le nostre mani, in bene o in male, nella speranza che anche chi le ha usate per uccidere possa, un giorno, ritornare sui propri passi, o meglio sui passi di Willy, per riattraversare quella medesima strada. Questa volta, però, come ha fatto lui.

martedì 8 settembre 2020

L'inizio di un nuovo cammino

Il nuovo Consiglio Diocesano di A.C. 2020/2023

Sabato scorso, 5 settembre, presso l’Istituto Salesiano di Macerata l'associazione ha vissuto la XVII assemblea elettiva, dopo il sofferto ma necessario rinvio di marzo a causa del Covid. 
Il vescovo mons. Nazzareno Marconi non ha voluto far mancare la sua presenza, offrendo, all’inizio dell’incontro, una riflessione sul significato più profondo dell’abitare come capacità di rendere luogo accogliente, dimora ospitale l'intera città dell’uomo, indicando ai presenti, quasi programmaticamente, tre parole chiave: il servizio come evangelizzazione nel quotidiano, l'ascolto e la fraternità. 
Il presidente diocesano uscente, Francesco Garbuglia, dopo aver salutato e ringraziato Luca Girotti, Delegato Regionale e rappresetante dall'associazione nazionale, ha ripercorso il cammino del triennio passato indicando come prospettiva per il futuro quella di essere sale e lievito fuori dalla parrocchia in un servizio solidale che si apre nella prospettiva degli ultimi. 
Sono poi seguiti gli interventi dei vari settori introdotti da alcune suggestioni fornite da tre testimoni che hanno fornito una riflessione sui tre simboli scelti per rappresentare il cammino, il caffé della prossimità e della cura, il lievito della creatività e il vino della goia. 
Per gli adulti, dopo la bella riflessione di Paolo Carassai, Antonella Monteverde e Simone Baroncia hanno brevemente ricordato il cammino compiuto sottolineando la soddisfazione per la nascita di un'equipe adulti, per l'ACR, al termine della videoriflessione di Massimo D'Este, Daniele Angelelli e Maria Chiara Tarulli hanno raccontato l’impegno profuso nella costruzione di nuove relazioni con i catechisti delle diverse parrocchie, ed infine, introdotti dal messaggio di Valentino Caporaletti, Ludovica Carcia e Roberta Tarulli hanno trasmesso tutta la gioia sperimentata nel percorso compiuto con l'equipe di coordinamento facendosi anche aiutare dalle videointerviste ad alcuni giovani e giovanissimi della diocesi. 
Dopo l'affettuoso saluto ai nuovi presidenti parrocchiali Francesco ha quindi introdotto il momento istituzionale dell’elezione del nuovo Consiglio Diocesano. 
Gli esiti della consultazione sono i seguenti: per il settore Adulti: Monteverde Antonella, Pistilli Anna, Rinaldi Marina, Canullo Federico, D’Amico Stefano, Baroncia Simone; per il settore Giovani: Cimarelli Irene, Angelelli Daniele, Biagioli Emanuele, Montironi Martina, Chiacchiera Gionata, Carcia Ludovica; per l'ACR: Sagripanti Stefania, Canullo Serena, Menchi Francesco, Spreca Lucia, Dantini Silvia, Lattanzi Claudia. 
Al termine della cena condivisa, i nuovi eletti, guidati dal consigliere anziano Stefano D'Amico e dall'assistente unitario don Luigi Taliani, hanno infine scelto, come previsto dallo Statuto Associativo, i nominativi della terna da presentare al vescovo per la nomina del nuovo presidente diocesano.
Con stupore, anche questa volta tutti i partecipanti hanno potuto constatare come quello che, apparentemente, può sembrare uno sterile esercizio di burocrazia, sia in realtà l'espressione concreta del farsi comunità fraterna al servizio della Chiesa.
Un augurio affettuoso a quanti hanno nuovamente offerto la propria disponibilità mentre siamo in gioiosa attesa della decisione del vescovo per il nuovo presidente diocesano, accompagnando con la preghiera i tre amici indicati dal consiglio.

domenica 6 settembre 2020

Dove Dio si rivela

Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo

Torna l'appuntamento con i pensieri di Carlo Carretto, dal testo "Ogni giorno un pensiero" edito dall'AVE a cura di Gian Carlo Sibilia nel 2017.
Essendo un Dio nascosto, nessuno lo vede, però tutti lo cercano perché in tutti c'è un gran desiderio di vederlo.
Ma mentre io mi metto a pensare e tu a studiare sul modo migliore per scoprire Dio,per vedere Dio, madre Teresa esce sulla strada e vede un moribondo che muore senza aiuto.
Non ragiona su Dio, non fa piani quinquennali o teorie sull'uomo.
Solleva il moribondo, si fa aiutare per portarlo a casa, gli dà bicchiere d'acqua, lo pettina, gli asciuga il sudore della morte e pensa tra sé con dolcezza "Voglio che muoia sentendo vicino una mano amica". Il programma non è per nulla ambizioso, nessuna rivoluzione nel suo gesto ma un fatto, vero, di amore. [...]
Dio si rivela là dove c'è chi aspetta là dove c'è chi rispetta la vita, vuola la Luce,cerca di amare. Tutte le volte che tu dilati la vita, fai verità, ami, Dio scaturisce da ogni tua azione. 
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 272; 7 settembre - Dove Dio si rivela) 

giovedì 3 settembre 2020

Oggi mi devo fermare a casa tua

Sabato l'assemblea diocesana elettiva dell'Azione Cattolica


Sabato 5 settembre, dalle ore 15:00 alle ore 19:00, presso l’Istituto Salesiano di Macerata l’Azione Cattolica, dopo l’inevitabile rinvio lo scorso marzo a causa dell’emergenza sanitaria per l’epidemia di Covid-19, celebra la propria XVII assemblea diocesana, in cui si eleggono i rappresentanti del triennio 2020-2023, chiamati poi a partecipare alla successiva assemblea elettiva nazionale.
Sarà occasione per riflettere, anche con il contributo del vescovo mons. Nazzareno Marconi, sul significato più profondo dell’abitare come capacità di rendere luogo accogliente, dimora ospitale, la città dell’uomo - ‘Oggi mi devo fermare a casa tua’, lo slogan - che è anche la ‘sfida’ lanciata da papa Francesco nell’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’ per un’Azione Cattolica - e tutta la Chiesa - ‘in uscita’.
L’appuntamento vuole anche essere un’opportunità per l’associazione di fare della misericordia ancora più lo stile delle relazioni, ecclesiali e sociali, rendendo attuali le parole del compianto presidente Vittorio Bachelet, di cui abbiamo da poco ricordato i 40 anni dall’assassinio per mano delle Brigate Rosse: “Lo Spirito di servizio... è una delle scelte non forse dichiarate, ma profonde, dell’Azione Cattolica di sempre”.
Durante l’assemblea i delegati delle diverse associazioni parrocchiali saranno invitati a gettare le basi del cammino associativo diocesano per i prossimi anni, aiutati dagli interventi di tre testimoni che svilupperanno una comune riflessione a partire da tre diversi simboli dell’ospitalità mediterranea: il caffè, il pane e il vino. Icone apparentemente banali e non raffinate, ma elementi essenziali a definire il gusto ed il sapore di un pasto. Senza la loro presenza, la tavola non avrebbe il profumo del farsi prossimi e del prendersi cura dell’ospite, al banchetto mancherebbe il sapore della festa, ai commensali verrebbe meno l’allegria della condivisione e dello stare insieme. Farsi prossimo, prendersi cura, condividere, tutti verbi declinati puntualmente dal Concilio Vaticano II come piste di lavoro per la Chiesa del XXI secolo.
Non a caso nella bozza del documento preparatorio ‘Ho un popolo numeroso in questa città’ (tratto da un passo degli Atti degli Apostoli) redatto in vista della prossima assemblea nazionale, l’associazione vuole sottolineare il valore dell’essere comunità come indispensabile fondamento per la città: “Siamo chiamati a vivere il tempo della prossimità come antidoto alla ‘globalizzazione dell’indifferenza’, come ci ricorda il papa. Farsi prossimi all’altro per ascoltare i problemi ed i bisogni, le attese e le speranze di chi come noi vive la quotidianità della vita. Farsi prossimi per accogliersi e condividere un tratto di strada insieme, come ‘fratelli in umanità’, al di là di ogni appartenenza, fede, cultura, perché l’essere uomini ci accomuna. Farsi prossimi è il passo necessario per essere comunità; per aiutare le persone a stare dentro le fatiche del vivere, che spesso generano situazioni di solitudine e smarrimento”.
Per aiutare la partecipazione l'evento sarà accessibile anche on line sulla pagina facebook dell'AC diocesana.

mercoledì 2 settembre 2020

Abitare, voce del verbo conoscere

Un successo la presentazione del libro ‘Abitare le vie della Memoria’.

il pubblico nel cortile di Palazzo Conventati
Presentato domenica 30 agosto a Macerata, nella bella cornice di Palazzo Conventati, davanti ad un pubblico da sold out da giorni, con tanti che per le normative covid non hanno avuto la possibilità di partecipare, il libro ‘Abitare le vie della Memoria’ di Daniela Meschini, su iniziativa dell’Azione Cattolica diocesana e dell’ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra).
la VicePresidente AC
Antonella Monteverde

La vice presidente diocesana dell’Azione Cattolica, Antonella Monteverde, ha spiegato come è nato questo incontro tra le due associazioni e ha posto l’accento sulle finalità del progetto come occasione per coniugare la riflessione dell'associazione per l'anno in corso sul tema dell’abitare da credenti la città con i valori della libertà e della democrazia.
Dopo i ringraziamenti all’Amministrazione Provinciale ed all’Amministrazione Comunale per il patrocinio, l’assessore, avv. Narciso Ricotta, ha portato un brevissimo saluto e, a seguire, come membro del Comitato Centrale dell’Anmig, l’autrice a sua volta ha portato i saluti del Presidente Nazionale, prof. Betti, e quelli della presidente della sezione di Macerata, Gilda Coacci, e della presidente regionale, Silvana Giaccaglia. Un’iniziativa questa fortemente voluta dalla presidente e dal direttivo di Macerata.
lo scrittore Jonatham Arpetti
Il saluto più commovente e caloroso quello inviato dal Cav. Ivo Pianesi, classe 1922, presidente onorario di Macerata.
Il microfono passa poi a Jonathan Arpetti, scrittore, docente di scrittura creativa, fondatore di ‘Scrivere festival’, curatore dell'antologia letteraria ‘Marche d'Autore’ oltre che autore dei romanzi dei film dell'attore Simone Riccioni: "Come saltano i pesci", "Tiro libero" e "La mia seconda volta". 
Arpetti ha sottolineato come il volume risulti particolarmente interessante defenendolo perfino necessario, in questo patricolare momento storico.
l'attore Quinto Romagnoli
Il dialogo con l'autrice è stato intervallato dalla lettura di alcuni brani del volume, lasciata all’esperienza di Quinto Romagnoli, attore della Compagnia Oreste Calabresi, in particolare le biografie cui sono intitolate le vie di Livio Cicalè e Giuseppe Biagiotti, trucidati dai nazi fascisti nel campo di Sforzacosta a soli 19 anni; poi quella di Nunzia Cavarischia, staffetta partigiana a soli 14 anni e di Mario Batà, giovane studente d’ingegneria. 
Nel corso dell’incontro si è avuto modo di approfondire il contributo dei cattolici e dei sacerdoti alla Resistenza. 
Tra i presbiteri, oltre al vescovo Argnani, si sono ricordate le figure di don Enrico Pocognoni, di don Mario Vincenzetti, di don Ezio Cingolani e tantissimi altri. 
l'autrice Daniela Meschini
L’autrice ha poi ricordato come la sezione dell’ANMIG è stata riconosciuta Archivio Storico. Alla domanda finale su quale progetti futuri di scrittura dopo ‘Marche d’Autore’ e questo volume la prof.ssa Meschini auspica che per la primavera si possa pubblicare la storia dei 100 anni dell’Anmig e dei suoi Presidenti che vanno da Benignetti anche podestà di Macerata ad Augusto Pantanetti che sarà in carica fino al 1993 e poi Traini, scrittore e autore di libri di elettrotecnica, per terminare in questi anni con Francesconi e Ivo Pianesi.
L'equipe diocesana adulti e la presidenza diocesana sono grate a tutte le persone ed istituzioni coinvolte per la disponibilità a realizzare un momento di così elevato tenore culturale e civile in occasione dei festeggiamenti del patrono di Macerata, occasione per sperimentare concretamente la vocazione dell'AC alla promozione del bene comune, a partire proprio dalla conoscenza della storia del proprio territorio.