mercoledì 3 maggio 2017

Giorgio La Pira: città locale e città globale

Ernesto Preziosi racconta il sindaco santo 

Ricorrono quest'anno i 40 anni della morte di Giorgio La Pira (5/11/1977), per il quale il 9 gennaio 1986 l’arcivescovo di Firenze, Piovanelli aveva avviato il processo di beatificazione tuttora in corso.
Per questa ragione la Presidenza diocesana di A.C., in collaborazione con diverse altre aggregazioni ecclesiali (FUCI, ACLI, MLAC) ed associazioni culturali (AGORA e Circolo Aldo Moro) ha voluto proporre per venerdì 12 maggio 2017, alle ore 21:15, presso la sala convegni dell'Hotel Claudiani a Macerata, un momento di riflessione sulla sua esemplare figura di credente e cittadino "Giorgio La Pira: città locale città globale: dalle antiche mura alle nuove integrazioni".
Ci accompagna, in quello che vuole essere un percorso di scoperta della ricchezza e dell'attualità della sua figura, Ernesto Preziosi, già vicepresidente nazionale adulti di Azione Cattolica e, a sua volta, attualmente impegnato nel servizio politico, autore nel 2015 del volume "Una sola è la città", pubblicato per i tipi dell'AVE di Roma nel 2015, quale contributo per una nuova stagione di impegno a "costruire la città dell'uomo", come proprio Giorgio La Pira ha saputo fare, anche da credente, durante tutta la sua vita.
Nato a Pozzallo (Ragusa) il 9 gennaio 1904, La Pira è stato uno dei grandi italiani del 900, un uomo capace di coniugare efficacemente la fede con il servizio politico in un tutt'uno inestricabile ed efficace sia nella "città", da sindaco di Firenze (dal 1951 al 1957 e dal 1961 al 1965), sia nel "mondo", come autore di gesti inediti di prossimità verso realtà apparentemente inconciliabili con la visione occidentale della storia, nell'epoca della guerra fredda, quali la Russia di Stalin o il Vietnam di Ho Chi Min.
L'impegno politico amministrativo divenne esemplare paradigma di inestricabile connubio tra le esigenze della città e dei suoi abitanti e la consapevolezza di essere non di meno pienamente cittadino del mondo, chiamato a farsi carico e a prendersi cura di una casa comune i cui confini sono ben oltre il limite amministrativo del proprio comune, nonché testimonianza efficace di esemplare coerenza tra fede e vita, fedele traduttore del Vangelo nel proprio tempo.
In un momento in cui l’individualismo più sfrenato sembra stabilire i parametri dell’unica modalità di vita dell’uomo, conoscere il coerente intreccio tra la sua vita ed il suo pensiero, può costituire un prezioso momento di riflessione non solo per chi si pone a servizio della società e del bene comune con incarichi politico amministrativi ma per ogni uomo che non voglia accontentarsi di vivere il proprio tempo ma cerchi di diventarne protagonista.

lunedì 1 maggio 2017

Futuro presente

Anche la diocesi di Macerata ai 150 anni dell'Azione Cattolica a Roma

Con il cuore colmo di gioia ci ritroviamo a ripensare alle stupende giornate della XVI assemblea nazionale dell'Azione Cattolica, cui hanno partecipato, oltre al presidente diocesano, anche altri due delegati eletti dal consiglio diocesano in rappresentanza di tutta l'associazione diocesana.
L'esercizio di democrazia interna dell'associazione rappresenta uno dei suoi cardini fondamentali e costituisce un'irrinunciabile palestra di cittadinanza per tutti i suoi aderenti che, a partire dalle parrocchie e passando poi per le diocesi e il collegamento regionale, scelgono i responsabili ogni triennio.
Quest'anno, quella che è sempre e comunque una festa, nella gioia del ritrovarsi e raccontarsi, si è arricchita in modo tutto speciale per la celebrazione del 150mo della fondazione dell'associazione.
Era il 1867, infatti, quando Mario Fani e Giovanni Acquaderni, due giovani di Bologna e Viterbo, ebbero l'intuizione profetica di dare concretezza al sogno di un laicato cattolico organizzato proprio intorno al pontefice, dando il via ad un'avventura lungo tutta la storia di questo paese condividendone le sorti e contribuendo significativamente alla sua stessa costruzione.
Ed intorno a papa Francesco l'A.C. ha voluto ritrovarsi per festeggiare il suo compleanno e trovare gli stimoli di un rinnovato impegno a servizio della Chiesa e del paese.
La bellezza dell'esperienza vissuta dagli oltre 130 soci e amici convenuti da tutta la diocesi in piazza San Pietro non può certo essere trasmessa con poche parole e nemmeno con qualche immagine sfocata dall'emozione di un momento irripetibile, come quello assaporato da Stefania Sagripanti, presidente parrocchiale di S.Famiglia a Tolentino, in rappresentanza di tutte le popolazioni vittime degli eventi sismici che hanno colpito duramente la nostra terra, salita sul sagrato di San Pietro per abbracciare ed accogliere la benedizione del papa.
Il valore del convenire si è intrecciato con la consapevolezza e l'orgoglio di sentirsi protagonisti e figli della nostra terra, riuniti intorno al vescovo che ha regalato la sua presenza ai partecipanti dell'associazione diocesana ai lavori assembleari.
Con il cuore colmo di gioia, appunto, memori di una storia piccola ma straordinaria, per scoprirsi custodi dell'essenziale e costruttori del futuro, nella chiesa e nel paese.