Il conto alla rovescia per l'inizio degli Esercizi Spirituali 2022
Il percorso di avvicinamento agli Esercizi Spirituali 2022 , con le meditazioni di don Egidio Tittarelli, è scandito da una canzone e da una storia ogni giorno.
La canzone di oggi è "Futura" di Lucio Dalla, mentre la storia che ci accompagna è un brano originale di Daniele Garbuglia, che ringraziamo della collaborazione.
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Oggi è sabato 19 febbraio. È mattino e fuori c’è il sole mentre sto scrivendo queste righe dopo aver riflettuto a lungo, nei giorni scorsi, sul tema dello sguardo. Non è facile dire qualcosa. Mi sono imbattuto però in una poesia del 1974 di Philip Larkin, Gli alberi.
Gli alberi stanno mettendo le foglie
come qualcosa che è stato già detto;
i germogli recenti sbocciano e si diffondono,
il loro verde è una forma di dolore.
È che sono nati di nuovo
E noi invecchiamo? No, anch’essi muoiono.
Il loro trucco annuale di apparire nuovi
è scritto giù nei cerchi del tronco.
Eppure si dibattono, castelli inquieti
di nuovo grandi e folti a ogni maggio.
L’anno vecchio è morto, sembrano dire,
si comincia di nuovo, di nuovo, di nuovo.
Rispetto alla complessità del tema dello sguardo questi versi non spiegano nulla, ma la parola poetica dice ciò che non riusciamo a dire in
altro modo. Quando leggiamo una poesia, ci predisponiamo all’accadere di qualcosa. Lì, qualcosa, accade. Qualcosa di unico che può
accadere solo in quel momento: chi legge consente alla parola di esistere, la dispone alla sua apertura. Le consente di incamminarsi verso il
suo senso. Qualcosa di simile, semplificando, accade nella fisica quantistica: il mondo esiste perché c’è chi lo osserva.
Il mondo è bello ma indicibile, ecco perché abbiamo bisogno della poesia. Ed ecco perché abbiamo bisogno di uno sguardo che possa
contemplarlo. Di avviarci verso questo sguardo. Andare verso una chiarezza di visione: è questo l’esercizio da fare. “Il problema non è ciò
che si guarda, ma ciò che si vede” scrive Henry David Thoreau nel suo diario.
I germogli spuntano sugli alberi, e nella forma di dolore di cui fanno memoria, si annida la possibilità di uno sguardo rivolto a un altrove, un
dopo.
Oggi è sabato 19 febbraio. È sera e la nebbia confonde e ammanta le cose fuori dalla finestra. Un bagliore sopra i tetti del condominio di
fronte, forse una luna.
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