Il conto alla rovescia per l'inizio degli Esercizi Spirituali 2022
Il percorso di avvicinamento agli Esercizi Spirituali 2022 , con le meditazioni di don Egidio Tittarelli, è scandito da una canzone e da una storia ogni giorno.
La canzone di oggi è "La cura" di Franco Battiato, mentre la storia che ci accompagna è un brano originale di Sabrina Monteverde, che ringraziamo della collaborazione.
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Ho incontrato un uomo speciale nel cammino della mia vita. Di lui ricordo nitidamente le mani, morbide e calde, e lo sguardo tenero e
rassicurante.
Avevo dodici anni, quando il destino mi ha fatto affrontare una prova di coraggio. Un piccolo intervento, una cosa da niente.
Io e mamma, come sempre sole. Neanche quella circostanza era servita a far riavvicinare chi così tanto mi mancava, mio padre.
Il luogo, una clinica elegante della città, con porte a vetro e divanetti colorati in ogni angolo, piante a foglia larga e luminose stanze, con aria
di nuovo e di pulito: Villalba.
Ho sofferto l’attesa della visita dal chirurgo e, quando si è aperta la porta dello studio, ecco un omone alto circa uno e ottantacinque, molto
robusto, con il viso liscio e ovale, inforcava occhiali spessi e dorati, ma gli occhi e lo sguardo mi hanno subito accolto, come se vedesse
oltre, dentro, nel profondo dei miei pensieri.
Parlava con dolcezza, tono di voce pacato, calmo, faceva pause e misurava le parole, comprensivo ed estremamente rassicurante.
Non ero una paziente, mi parlava proprio come se gli importasse di me, mi stava aiutando, quello di cui avevo bisogno: aiuto!
Sono stata ricoverata solo pochi giorni, dei quali ricordo l’odore del disinfettante, il colore della mia vestaglietta glicine in ciniglia, e la
camera a tre letti a sinistra, in fondo al corridoio.
Non riesco però assolutamente a fare memoria di come un giorno io abbia fatto, in una delle visite del medico, in camera, a vuotargli
addosso tutta la mia tristezza e il dolore, non per il piccolo taglietto che mi aveva praticato, ma per la profonda lacerazione che sentivo
nell’essere stata abbandonata da mio padre.
A pensarci bene, ma che cosa poteva importare a lui……e invece che dolcezza nel suo sguardo, mi ha guardata, come se volesse dirmi: ”
Finalmente ce l’hai fatta, lo sapevo che dovevi raccontarmi qualcosa”.
Si è seduto in fondo al letto, i suoi non erano occhi di giudizio e all’improvviso mi ha detto: ”Ti voglio raccontare un segreto. Sai, mia moglie
ha avuto una storia come la tua; solo pochi anni fa, all’età di quarant’anni, dopo tante sofferenze ha espresso il desiderio di incontrare suo
padre e io l’ho accompagnata”.
Le sue parole come una promessa per il futuro! Ho pensato che avrei potuto farcela se avessi incontrato un uomo come quello!
Il destino forse per me aveva in serbo qualcosa di grande: il perdono e la riconciliazione!
Da allora se ripenso al Dott. Mirabile, non posso non ricordare la sua anima nobile, il suo sguardo di cura per ciascuno e tutti i suoi pazienti.
Gli ho voluto bene.
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