Il conto alla rovescia per l'inizio degli Esercizi Spirituali 2022
Il percorso di avvicinamento agli Esercizi Spirituali 2022 , con le meditazioni di don Egidio Tittarelli, è scandito da una canzone e da una storia ogni giorno.
La canzone di oggi è "Fragili" cantata da Club Dogo ft. Arisa, mentre la storia che ci accompagna è un brano originale di Giancarlo Cartechini, che ringraziamo della collaborazione.
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Alla fine, sono uscito di casa. Stordito da una giornata di lavoro intenso, poco smart. Telefonate, e-mail da smaltire, urgenze abituate a sgomitare. Stordito da pensieri sottotraccia. Un ronzio dissonante e fastidioso che mi ha assillato, almeno fino a quando non ho deciso di prendermene cura. Sono rimasto in attesa, ho ascoltato quello che aveva da dirmi. Ho ringraziato. Forse è proprio vero che bisogna imparare a stare di fronte a se stessi. Semplicemente stare. Riconoscere di essere un vasto mare, e accettare la navigazione.
Il primo sguardo accogliente lo dobbiamo riservare alla nostra interiorità. Perché, ad osservarci bene, ospitiamo un groviglio di contraddizioni che nessun pensiero analitico potrà mai sciogliere: siamo generosi, diffidenti, credenti, scettici, vigliacchi, visionari, misericordiosi. Uno sguardo accogliente è come un respiro leggero: sorride ed inspira. Espira, lascia andare. Non è predatorio, non trattiene. Non giudica. Si prende cura. Rifugge dalla logica binaria che caratterizza gli algoritmi: acceso/spento, on/off, amico/nemico. Una logica impoverita, tipica del nostro tempo: quante volte l’abbiamo vista all’opera, questa attitudine da maschi alfa, pronta a replicare se stessa fino a diventare una chiave interpretativa della realtà… Gli adulti sono fragili – ammonisce lo scrittore Gianni Biondillo – le scorciatoie hanno preso il sopravvento alla progettazione del futuro. Basta mettere un like, mai un pensiero complesso.
Penso a queste cose mentre osservo il profilo dei Sibillini innevati, oltre le case, oltre le colline.
Poi lo sguardo si posa su un nido caduto a terra, ai bordi del marciapiede. Un rifugio accogliente, poco più grande di un pugno. Muschio secco, foglie, terra, aghi di pino, pezzi di corteccia, bacche minuscole, brandelli di plastica blu, piccoli rami. Materiale intrecciato a regola d’arte. Con quanta abilità? Con quanta pazienza? Siamo circondati da forme di vita evolute, sé intelligenti che abitano in mezzo a noi. Le foreste pensano, si è spinto ad affermare un antropologo.
Raccolgo il nido con delicatezza, lo porto a casa. Lo deposito tra i rami ancora spogli dell’ibisco.
Che qualche passero, o una coppia di pettirossi, lo adotti per deporvi le uova, non dipende da me. Però ho fatto la mia parte, ed è questo ciò
che conta: coltivare uno sguardo accogliente o, come dice Armando Bonaiuto, “fare del nostro sorriso un nido per gli altri. Conoscenza e tenerezza, proprio come nello sguardo di Dio”.
Riferimenti:
Thich Nhat Hanh “Il miracolo della presenza mentale”-Ed. Ubaldini
Chandra Livia Candiani “Un altro tipo di nascita”, in “Racconti spirituali”-Ed. Einaudi
Armando Buonaiuto “Appuntamenti luminosi” commento in “Racconti spirituali”-Ed. Einaudi
Gianni Biondillo “La periferia non esiste”- intervista a cura di Severino Colombo, La Lettura del Corriere della Sera 13/2/2022
Eduardo Kohn: “Come pensano le foreste. Per un'antropologia oltre l'umano”-Ed. Nottetempo
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