Un grande successo la festa degli incontri sabato 28 maggio.
Dopo due anni di assenza forzata l’Azione Cattolica diocesana torna a far festa e davvero tanti bambini e ragazzi, accompagnati dai numerosi genitori, hanno ‘invaso’ l’Abbadia di Fiastra, accolti dai festosi inni degli animatori, incontenibili nel loro entusiasmo.
Gli oltre 200 ragazzi presenti all'inizio, nella chiesa abbaziale, sono stati motivati dal vescovo, mons. Nazareno Marconi, che ha raccontato loro come la bellezza del creato sia percepibile soolo se ognuno è consapevole della propria responsabilità.
Gli oltre 200 ragazzi presenti all'inizio, nella chiesa abbaziale, sono stati motivati dal vescovo, mons. Nazareno Marconi, che ha raccontato loro come la bellezza del creato sia percepibile soolo se ognuno è consapevole della propria responsabilità.
Un grande applauso è stato fatto ai ragazzi ucraini, ospitati nella diocesi ed incontrati nelle settimane precedenti nel cammino di preparazione all'evento.
Poi i bambini delle elementari hanno ‘visitato’ alcuni Paesi del mondo, aiutati dagli educatori con il supporto di Eumega, che ha raccontato la vita nel Togo; don Philson e la comunità indiana; gli Amici del Brasile e la Caritas diocesana, che accolgono alcuni ucraini a san Lorenzo di Treia.
I più piccoli si sono potuti così divertire con alcuni giochi caratteristici, mentre i ragazzi delle medie hanno fatto l'esperienza di caminare nel bosco e sulla riva del torrente, con la guida di don Marco, da poco incaricato come assistente diocesano ACR, che ha condotto una lectio raccontando le meraviglie di Dio attraverso la bellezza del creato.
Gli adulti, infine, si sono confrontati sul significato di essere ‘custodi della terra e delle relazioni’, aiutati dal prof. Stefano Cacciamani, docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione dell’Università di Aosta, partendo da alcuni brani dell’enciclica ‘Laudato sì’: “I racconti della creazione nel libro della Genesi contengono, nel loro linguaggio simbolico e narrativo, profondi insegnamenti sull’esistenza umana e la sua realtà storica. Questi racconti suggeriscono che l’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra. Secondo la Bibbia, queste tre relazioni vitali sono rotte, non solo fuori, ma anche dentro di noi. Questa rottura è il peccato. L’armonia tra il Creatore, l’umanità e tutto il creato è stata distrutta per avere noi preteso di prendere il posto di Dio, rifiutando di riconoscerci come creature limitate”.
I genitori hanno apprezzato questo momento di confronto, che è stato molto piacevole ed intenso, in cui hanno raccontato la necessità di un dialogo continuo tra famiglie, con i figli e con le altre agenzie educative, convinti che la terra è un dono di Dio: “Mentre ‘coltivare’ significa arare o lavorare un terreno, ‘custodire’ vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura. Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future”.
Gli adulti, infine, si sono confrontati sul significato di essere ‘custodi della terra e delle relazioni’, aiutati dal prof. Stefano Cacciamani, docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione dell’Università di Aosta, partendo da alcuni brani dell’enciclica ‘Laudato sì’: “I racconti della creazione nel libro della Genesi contengono, nel loro linguaggio simbolico e narrativo, profondi insegnamenti sull’esistenza umana e la sua realtà storica. Questi racconti suggeriscono che l’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra. Secondo la Bibbia, queste tre relazioni vitali sono rotte, non solo fuori, ma anche dentro di noi. Questa rottura è il peccato. L’armonia tra il Creatore, l’umanità e tutto il creato è stata distrutta per avere noi preteso di prendere il posto di Dio, rifiutando di riconoscerci come creature limitate”.
I genitori hanno apprezzato questo momento di confronto, che è stato molto piacevole ed intenso, in cui hanno raccontato la necessità di un dialogo continuo tra famiglie, con i figli e con le altre agenzie educative, convinti che la terra è un dono di Dio: “Mentre ‘coltivare’ significa arare o lavorare un terreno, ‘custodire’ vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura. Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future”.
Un'attesa certo lunga, quella vissuta negli ultimi due anni, ma ampiamente ripagata dalla gioia grande del ritrovarsi insieme.
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