In cammino verso la XVII assemblea diocesana del 1° marzo
di Francesca Pagnanelli
Oggi mi stavo domandando cosa significa per me, per noi, in questo tempo prepararci alla diciassettesima assemblea parrocchiale.
In fondo potrebbe essere un incontro come tanti altri, anzi più scomodo di altri: è domenica, occorre alzarci presto, la fatica dell’ascolto e ancora tutto ciò che ci passa per la testa.
Eppure non è un incontro come tanti altri.
Penso alle tante persone che con cura hanno preparato le assemblee precedenti per tramandare a noi questa storia, mi vengono in mente i volti di Benita, Ines e tanti altri.
Penso a mia nonna che quando si è sposata ha avuto in dono sull’altare della sua parrocchia la spilla dell’Associazione da parte della sua presidente parrocchiale. Tante storie che si sono intrecciate fino a noi oggi.
E noi come ci prepariamo a questa assemblea? Che significa per noi oggi?
Primo pensiero che mi viene tra tanti è che viviamo nel tempo del disimpegno politico. La gente non va a votare e, peggio ancora, è completamente disinteressata ad impegnarsi per il bene comune.
Controcorrente ci siamo noi che proponiamo di riunirci per esercitare il più bel diritto che la democrazia ci ha donato: quello di poter votare, di poter esprimere idee, pensieri.
Che bello essere i testimoni del fatto che la democrazia è una strada possibile, una strada bella, una strada per tutti.
Poi penso che non è scontato trovarsi, parlare di impegno, di educazione.
Non è nemmeno scontato fare memoria della propria storia, perché senza sapere chi siamo e da dove veniamo non c’è futuro.
Ci piace pensare alla nostra parrocchia come ad una casa accogliente, viva, piena di giovani, piena di speranza. Tutto questo passa attraverso quello che ognuno di noi può fare nel suo piccolo.
Allora il punto non è chi preparerà una cosa, chi ne farà un’altra. Non vogliamo essere l’associazione del fare.
Vogliamo essere testimoni di un modo bello di stare e di costruire insieme. E riusciremo ad esserlo solo se ognuno sintonizzerà il proprio cuore sulla giusta frequenza.
Ognuno di noi può rendere speciale per se stesso e per gli altri questa giornata.
Non conta cosa si fa ma come si fa: anche una cosa piccola se fatta con cura ha un sapore speciale.
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