giovedì 27 febbraio 2014

Capaci di dialogo

Franco Miano e l'impegno dell'A.C. per l'evangelizzazione
di Simone Baroncia

All'indomani dell'assembla diocesana elettiva un contributo del presidente nazionale Franco Miano che sta concludendo anch'egli il suo servizio nel secondo mandato.
Dal 1997 al 2002 Franco Miano è stato direttore dell’Istituto Vittorio Bachelet per lo studio delle problematiche sociali e politiche. Dal 2001 al 2005 è stato coordinatore della redazione e membro della direzione della rivista ‘Dialoghi’, eletto consigliere nazionale nel triennio 1998-2001, dal 2002 al 2006 è stato delegato regionale per l’Ac della Campania. Nel triennio 2005-2008 è stato eletto vice presidente nazionale per il settore adulti dell’Azione Cattolica e, per la presidenza nazionale, coordinatore del Centro studi dell’Azione Cattolica Italiana. Ha partecipato ai Convegni ecclesiali di Palermo e di Verona, alle settimane sociali di Bologna, di Pisa e di Reggio Calabria. Nominato Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana il 27 maggio 2008 dal Consiglio Permanente della Cei, è stato confermato per un ulteriore triennio il 25 maggio 2011. Recentemente è stato nominato da papa Francesco consultore nel Pontificio consiglio per i laici. Nel 2012 intervenne al Sinodo dei Vescovi sul tema: ‘Centralità delle relazioni e della parrocchia, l’impegno dell’Ac per l’evangelizzazione’.
Nella vita della parrocchia e al servizio di essa e, ancor prima al servizio della diocesi e del Vescovo, l’Azione Cattolica può rappresentare ‘una singolare forma di ministerialità laicale’ in cui si attivano e si sviluppano adeguate dinamiche di relazione in senso ecclesiale, in cui ciascuno impara a capire che il grande dono della fede e tutti i doni ricevuti hanno una destinazione comunitaria. Non possiamo, cioè, accogliere un dono con la pretesa di tenerlo per noi, ma dobbiamo offrirlo alla vita della comunità, della società, del mondo: la bella notizia che abbiamo avuto, e di cui siamo divenuti responsabili, va comunicata e va messa a disposizione degli altri. Di questo atteggiamento è caratteristica la scelta dell’Azione Cattolica, la cui vocazione propria sta nel porsi a servizio dell’insieme, nell’essere laicato associato diocesano, nel poter esser laboratorio concreto per la nuova evangelizzazione nella realtà delle chiese particolari, intorno al Vescovo, dando prospettiva e attuazione agli orientamenti pastorali… In particolare chiediamo ai nostri vescovi e sacerdoti che possano camminare con noi aiutandoci a mettere al centro della formazione il primato dello spirituale, la via e la meta della santità, sulla scia di tanti santi e beati compagni di strada che la chiesa ci dona (penso al beato Giuseppe Toniolo per fare solo l’ultimo riferimento) una formazione che renda ciascuno testimone e apostolo nei contesti della propria vita, mettendo a frutto doni e competenze, una formazione che renda capaci di dialogare con le culture, di esprimere la fede con la vita e con le parole: giovani adulti ragazzi famiglie, insegnanti studenti professionisti, lavoratori della terra, artisti, operatori della comunicazione”.

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