lunedì 8 aprile 2013

Delitto di Stato?

Una riflessione sulla triste vicenda dei suicidi di Civitanova Marche.

La crisi ormai ci sta abituando a drammi sempre più sconvolgenti per i quali, peraltro, non sembrano profilarsi all'orizzonte realistiche prospettive di soluzione, e la penosa vicenda della scorsa settimana a Civitanova Marche ha mostrato quanto tutto ciò ci tocca da vicino.
Due coniugi schiacciati dai debiti, il fratello di lei che non regge al dolore, tre morti assurde.
Certamente chi oggi ha l'onere di governarci - perché a questo è chiamato chi ha preteso, da una parte o dall'altra, il voto degli elettori - non può sentirsi in alcuna maniera esente da responsabilità: mi è stato insegnato che potere/servizio, libertà e responsabilità sono i nodi inestricabili del tessuto che costituisce la comunità degli uomini e quindi ...
Ho letto in questo senso le parole pronunciate da mons. Conti ai funerali, ma credo non ci si possa fermare qui, né penso che così intendesse fare l'arcivescovo.
Il clima da stadio in cui siamo immersi da troppo tempo sembra aver offuscato ogni possibilità di serio discernimento sui comportamenti di ciascuno; nonostante i problemi infatti, tutta l'attenzione appare concentrata su questioni oggettivamente secondarie (quando la casa brucia non penso a cambiare l'arredo ...) il cui leit motiv suona al ritmo desolante del più bieco e miope "noi contro di voi" (... per spegnere il fuoco è inutile domandarsi da dove venga l'acqua).
Ma soprattutto: siamo poi così sicuri che è sempre colpa di qualcun altro? Certo, vi sono responsabilità politiche oggettive ma, in democrazia, l'elettore può davvero sentirsi al di sopra di qualsiasi recriminazione? Non sarà che è più facile additare un nemico ben lontano da sé (lo "stato"?) piuttosto che domandarsi cosa personalmente si sarebbe potuto fare?
Qualcuno tra i partecipanti alle esequie sembra esserselo domandato, a leggere le cronache locali (quelle nazionali devono preoccuparsi di vendere il pezzo e non vanno tanto per il sottile!), ed io penso che tutta la comunità locale debba cogliere l'occasione per fermarsi a riflettere e tornare a guardarsi intorno: la persona in difficoltà vicino casa mia interpella innanzitutto me, ben prima che le istituzioni o la politica; chiede per primo a me, da uomo a uomo, di sentirmi responsabile della sua libertà!
Quanto mai urgente, credo, per non dilapidare il patrimonio di solidarietà e condivisione che, più di ogni altra cosa, ha costruito la nostra terra.

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