lunedì 4 marzo 2013

Anche l'A.C. all’ultima udienza del papa

Benedetto XVI saluta i fedeli per l'ultima volta in piazza San Pietro             di Simone Baroncia

In questo momento, c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto, dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia… Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!” In questo modo papa Benedetto XVI inizia e conclude la sua ultima udienza a piazza San Pietro davanti ad un immenso popolo accorso da tutto il mondo. I numeri parlano chiaro… ma non solo, perché veramente è uno spettacolo vedere piazza San Pietro e via della Conciliazione piena di gente giunta non solo per ascoltarlo, ma soprattutto per sostenerlo e per fargli sentire una vicinanza di amore, tra i molti giornalisti e telecameramen che cercano di cogliere nei volti dei presenti un fermo immagine da immortalare tra tante bandiere.

Anche io ho deciso di essere a Roma a questo evento e, confidando nella puntualità dei treni, parto da Tolentino alle ore 5,40, ma più mi avvicino alla capitale più il ritardo aumenta, cosicché mi ritrovo alle ore 10,30 invece che alle ore 9,50 alla stazione Termini. Prendo la metropolitana e tra un servizio d’ordine che offre indicazioni precise per agevolare il percorso, qualche romano si chiede il motivo di tale presenza riprendendosi subito con l’affermazione: ‘il Papa se ne va’. Arrivo in piazza San Pietro dalla parte dei Musei Vaticani, ma troppo tardi, perché stanno cominciando a chiudere i varchi deviando i fedeli alcune centinaia di metri più su. Pazientemente accenno ad una piccola corsa seguito da altri, ma i varchi davanti a noi si chiudono come scatole cinesi, tantochè alla fine ‘sbottiamo’ e supplichiamo gli agenti di farci entrare. Sono in via della Conciliazione e corro verso piazza San Pietro. Il papa ha appena iniziato la sua catechesi. Intorno a me tante persone pronte a immortalare il momento storico. Mi giro e via della Conciliazione si è riempita di gente. Il papa ogni tanto è interrotto da applausi e da diversi ‘W il Papa!’ Ogni tanto compaiono alcuni striscioni di affetto: ‘Tu sei Pietro e noi i giovani’; un gruppo di scuola elementare ha scritto: ‘Sarai sempre il nostro papà’… Ma è anche un tripudio di bandiere: oltre a quelle italiane, ci sono quelle tedesche, francesi, spagnole, argentine, brasiliane… ed anche cinesi.
Ci sono pure le bandiere dell’Azione Cattolica, che ha ribadito il proprio grazie al Papa: “Il Santo Padre con la sua scelta ci ha fatto comprendere che sempre, in ogni situazione, ci dobbiamo mettere in ascolto di Dio e al suo servizio, con profondo senso di discernimento. Il Signore, infatti, chiama sempre, non soltanto nel momento in cui si assumono grandi responsabilità. Alla Chiesa, di cui finora è stato la guida, Benedetto XVI continuerà a essere vicino con la preghiera e con intenso affetto. La sua è dunque una lezione di stile, e di uno stile che è sostanza. Ci fa capire l’importanza di saper lasciare ma per continuare, a partire da ciò che conta. Ci invita a scoprire il Signore nella vita di ogni giorno, offrendo una testimonianza di tensione alla santità. Quella di papa Benedetto XVI è la lezione di una gioia umile, semplice ma profonda. La gioia umile con cui i credenti, sia pure nelle difficoltà, testimoniano la fede in ogni ambiente di vita”.
Ci si avvia verso le conclusioni ed il Papa risponde ad alcuni saluti in tutte lingue, persino in arabo; salutando i pellegrini italiani il Papa afferma: “Cari amici, grazie per questi otto anni tra di voi e vi ringrazio per la vostra partecipazione così numerosa a questo incontro, come pure per il vostro affetto e per la gioia della vostra fede. Sono sentimenti che ricambio cordialmente, assicurando la mia preghiera per voi qui presenti, per le vostre famiglie, per le persone a voi care, per la cara Italia e Roma. Il mio pensiero si rivolge, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il Signore riempia del suo amore il cuore di ciascuno di voi, cari giovani, perché siate pronti a seguirlo con entusiasmo; sostenga voi, cari malati, perché accettiate con serenità il peso della sofferenza; e guidi voi, cari sposi novelli, perché facciate crescere le vostre famiglie nella santità”.
Conclusi i saluti invita a recitare, nel segno della comunione ecclesiale, la preghiera del Padre Nostro in latino, impartendo la benedizione da portare ai bambini ed ai propri cari. Il papa monta sulla papamobile e nessuno si muove aspettando che faccia l’ultimo giro della piazza. Ma inesorabilmente e gentilmente i volontari invitano i fedeli a lasciare la piazza. Ed allora i giornalisti iniziano la ‘caccia’ ai fedeli o ai vescovi e cardinali per cogliere le loro emozioni od opinioni. Insomma è una marea di lingue, ma non c’è confusione, come la Pentecoste degli Apostoli. Tendendo l’orecchio per carpire qualche riflessione o testimonianza interessante, riesco a carpire una riflessione di alcuni amici, che riflettono sul gesto del Papa, definendolo grandioso e coraggioso, perché in linea con il Concilio Vaticano II, che aveva messo un limite di età per i vescovi. Uno di loro ha frequentato la scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani ed afferma che il Papa, con questo gesto, ha fatto un grande gesto di umiltà ed incomincia a parlare della difesa dei poveri da parte di don Milani e del coraggio di papa Giovanni XXIII e di papa Paolo VI.

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