giovedì 16 settembre 2021

Il lavoro dopo la pandemia

All'Abbadia di Fiastra un convegno promosso dal MLAC

Durante il 2020 la pandemia ha sconvolto i mercati del lavoro a livello globale. Le conseguenze a breve termine sono state improvvise e spesso gravi: milioni di persone sono state messe in aspettativa o hanno perso il lavoro, e altre si sono rapidamente adattate a lavorare da casa mentre gli uffici chiudevano. Molti altri lavoratori sono stati ritenuti essenziali e hanno continuato a lavorare negli ospedali e nei negozi di alimentari, sui camion della spazzatura e nei magazzini, ma sotto nuovi protocolli per ridurre la diffusione del nuovo coronavirus.
Nei mesi scorsi la McKinsey Global Institute (Mgi) ha pubblicato un rapporto sul futuro del lavoro dopo il COVID-19 per valutare l'impatto duraturo della pandemia sulla domanda di lavoro, il mix di occupazioni e le competenze della forza lavoro richieste in otto paesi con diversi modelli economici e di mercato del lavoro: Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Insieme, questi otto paesi rappresentano quasi la metà della popolazione globale e il 62% del PIL.
Durante la pandemia, il virus ha disturbato più gravemente le ‘arene’ con i più alti punteggi complessivi di prossimità fisica: assistenza medica, cura della persona, servizio clienti in loco, tempo libero e viaggi. E anche lungo termine, è probabile che anche queste aree di lavoro saranno le più sconvolte, anche se la prossimità non è l'unica spiegazione.
Il Covid ha accelerato tre grandi tendenze che riconfigureranno il lavoro anche dopo che la pandemia si sarà affievolita: il lavoro a distanza e le riunioni virtuali probabilmente continueranno, anche se meno intensamente rispetto al picco della pandemia. Considerando solo il lavoro a distanza che può essere fatto senza perdita di produttività, MGI sostiene che circa il 20-25% della forza lavoro nelle economie avanzate potrebbe lavorare da casa da tre a cinque giorni a settimana. Inoltre il Covid spingerà verso l’adozione più rapida dell’automazione e dell’Intelligenza Artificiale, specie nelle aree di lavoro con più elevata vicinanza fisica. Il mix di occupazioni può cambiare, con una bassa crescita nei ruoli a basso stipendio.
Per questo la prossima settimana sociale dei cattolici, che si svolgerà nel mese di ottobre a Taranto, ha evidenziato che ‘tutto è connesso’: “Le drammatiche vicende della pandemia hanno messo ancora di più in evidenza che ambiente, lavoro e salute sono strettamente collegati… L’emergenza COVID-19 - unitamente alle decisioni sul Recovery Fund prese dall’Unione europea - rappresenta un’occasione unica per accelerare in positivo il cambiamento del paradigma economico basato sulla convinzione che ‘ci si salva solo insieme’”.
Per questo, in occasione del 50^ anniversario, il MLAC (Movimento Lavoratori di Azione Cattolica) organizza all’Abbadia di Fiastra, sabato 19 settembre alle ore 10 un incontro sul tema ‘Il lavoro dopo la pandemia’, con il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, ed il sociologo Massimiliano Colombi, a cui si può partecipare muniti di green pass.

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