mercoledì 3 febbraio 2016

Laudato si'

Un approfondimento dell'enciclica di papa Francesco


Mercoledì 17 febbraio alla parrocchia Immacolata di Macerata la Presidenza Diocesana di Azione Cattolica, in collaborazione con il Mlac, organizza un incontro con il prof. Luigi Alici, docente di filosofia morale all’Università di Macerata e già presidente nazionale di AC, sull’enciclica papale ‘Laudato Sì’, coordinato dal prof. Stefano della Ceca, a cui porterà un saluto mons. Nazzareno Marconi.
Fin dalle prime righe, papa Francesco indica che la crisi ecologica è ‘una conseguenza drammatica dell’attività incontrollata dell’essere umano’ e che ‘attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione’, indicando anche l’ ‘urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell'umanità’. Per questi motivi, il papa richiama l'uomo ad una ‘conversione ecologica globale’, per ‘eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell'ambiente’.
Commentando l’enciclica il prof. Alici ha definito tale enciclica
come ‘ecologia integrale’: “Rispetto al dibattito attuale sui temi ecologici, da anni bloccato tra una difesa a oltranza dell'antropocentrismo (e quindi della tecnologia) e un estremismo biocentrico (quasi sempre anti-tecnologico), papa Francesco afferma con forza: ‘Non c'è ecologia senza un'adeguata antropologia’… In un testo come questo, che affronta questioni complesse, in larga misura dipendenti da informazioni empiriche, papa Francesco scrive un'enciclica in un certo senso anomala: per un verso, pienamente inserita nella tradizione cristiana (come documentano le citazioni, da san Tommaso a san Bonaventura, oltre a san Francesco) e molto attenta al magistero dei pontefici che lo hanno preceduto, oltre che a vari documenti - molto belli - di episcopati nazionali; per altro verso, il papa si mette umilmente in ascolto della scienza senza esserne schiavo, nomina filosofi contemporanei, si mostra consapevole della posta in gioco, accettando di affidarci un testo composito, ampio e impegnativo, dal quale non era possibile attenderci l'afflato unitario e intimamente ‘bergogliano’ di Evangelium vitae. Grazie a questo metodo, viene messo in pratica concretamente un dialogo esemplare tra fede e ragione, arrivando persino a proporre due splendide preghiere finali, con due destinazioni diverse. Ne risulta un approccio profetico e di grande realismo; dominato dalla speranza, preoccupato continuamente di censire e valorizzare esperienze esemplari e alternative - soprattutto nel micro - che meritano di essere incoraggiate, ma consapevole che abbiamo bisogno di un nuovo sguardo e di nuova sintesi, che interpella tutti noi, nessuno escluso, a fare un passo in avanti”.

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