Ogni giorno un pensiero, in compagnia di fratel Carlo.
Troppo sovente pensiamo che la vita consista nell'agitarsi e che la preghiera consiste nel ritirarsi da qualche parte e dimenticare tutto del nostro prossimoe della nostra situazione umana. Questo è falso: questo è calunniare la la vita e calunniare la preghiera.
Se ci sono dei momenti o dei periodi in cui, per stabilire un rapporto personale con Dio, creiamo in noi un isolamento, un oblio, sappiamo che sarà Lui stesso a ricordarci i fratelli e a inviarci ad essi per realizzare, in solidarietà con loro, il nostro amore.
È Dio stesso incarnato nel Cristo, l'espressione più alta e vivente dell'amore, che ha dato a ciascuno di noi e alla sua Chiesa il comandamento dell'amore del prossimo come suo comandamento: "Amatevi come io vi ho amato", cioé fino al sacrificio totale di sé.
Bisogna trasformare la propria vita in un dono di sé. Da quel momento diventa preghiera e io realizzo di colpo la sintesi, faccio l'unità del mio essere, penetro il reale. Chi è in posizione di dono è nella perfezione, diventa invulnerabile, è luce.
(Ogni giorno un pensiero - ed.AVE 2017; pag. 235; 2 agosto - Preghiera e vita)
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