Il secondo appuntamento del ciclo "EduCultura dell'Amore"
di Renato Lapponi
Quando c’è crisi significa che qualcosa di molto rilevante non va bene e ci siamo accorti tutti che viviamo ancora in piena crisi economica, una crisi che appare non momentanea, ma strutturale. Manca il lavoro, chiudono le aziende che danno lavoro, addirittura non si cerca più il lavoro, crollano i consumi e si sperimenta regresso in molti ambiti della nostra vita. Noi però non ci rassegniamo, non ci vogliamo fermare a piangerci addosso. Tutti notiamo il “ differenziale” che nasce dalle azioni che facciamo nella vita di tutti i giorni per sbarcare il lunario e quello che noi vorremmo fosse la nostra realtà di vita. Lo spread tra i nostri progetti e i nostri sogni e la realtà non accenna a diminuire.
Proprio perché non ci piace vivere in questa maniera penso che sia importante per noi avere delle certezze, che sicuramente non ci vengono suggerite dal mondo che ci circonda e dai media. Allora dove attingere per abbattere questo “differenziale”? L’aspetto meno evidenziato, ma tra i più rilevanti di questi anni di crisi è il degrado “culturale”. Esso ha colpito la nostra sfera educativa in un modo pregnante, ha modificato e distrutto molte nostre certezze. E’ urgente a tal fine riscoprire e promuovere i veri valori della vita. E’ ancora più urgente rifondare l’amore per viverlo e comunicarlo nella sua splendida e totale rilevanza, purificandolo dalle deformazioni con le quali purtroppo oggi viene contrabbandato.
Allora l’EDUCULTURA DELL’AMORE (scarica il volantino dell'incontro!) diventa indispensabile. Questi incontri ci servono per attenuare lo “spread” della nostra vita, per dare un senso alle nostre azioni, per farci sentire meno soli. L’amore non fa aumentare il PIL e i valori non sono certamente quelli della Borsa. Ma educandoci all’amore la qualità della nostra vita fa veramente un enorme salto in avanti.