Torna la Veglia di preghiera per il Lavoro
di Roberto Serrani
La locandina dell'evento |
Papa Francesco, lo scorso 22 settembre a Cagliari, nell’incontro con il mondo del lavoro, ci ha stupito ancora una volta con queste parole: «“Coraggio!”. Ma anche sono cosciente che devo fare tutto da parte mia, perché questa parola “coraggio” non sia una bella parola di passaggio! Non sia soltanto un sorriso di impiegato cordiale, un impiegato della Chiesa che viene e vi dice: “Coraggio!”. Io vorrei che questo coraggio venga da dentro e mi spinga a fare di tutto come Pastore, come uomo».
Parole dette con il desiderio di affiancarsi e farsi prossimo a tutti i lavoratori, imprenditori, disoccupati che ogni giorno hanno a che fare con questa dimensione tanto umana ma tanto importante. E che talvolta si fermano, “con il volto triste”. Proprio come accadde ai discepoli di Emmaus.
Parole dette con il desiderio di affiancarsi e farsi prossimo a tutti i lavoratori, imprenditori, disoccupati che ogni giorno hanno a che fare con questa dimensione tanto umana ma tanto importante. E che talvolta si fermano, “con il volto triste”. Proprio come accadde ai discepoli di Emmaus.
Prendendo spunto da questo episodio del Vangelo, l’Azione Cattolica diocesana insieme con la delegazione regionale, il Movimento Lavoratori di AC, la Caritas diocesana e tante altre aggregazioni laicali, propone, anche per questa vigilia della festa del primo maggio, una Veglia di preghiera per il Lavoro presso il monastero del Corpus Domini a Macerata, lunedì 28 aprile dalle ore 21.15.
Il tema scelto è “Si avvicinò e si mise a camminare con loro”, proprio ad indicare il coinvolgimento, l’avere a cuore il destino di chi ci è affianco, consapevoli delle difficoltà odierne e di quel meccanismo che, come dice il papa, ha tolto l’uomo quale vertice e centro della creazione, sostituendogli l’idolo del denaro, tenacemente convinti che possiamo essere capaci di gesti di solidarietà in grado di far crescere, con intelligenza e perseveranza, visibili segni di speranza.
Una veglia, quindi, che non è il solo ascolto di parole di conforto “di passaggio”, ma anche un voler riaffermare l’esistenza di piste per uscire da queste sabbie mobili che sembrano arenare e inghiottire aspirazioni, desideri, voglia di vita piena. Umanamente tutto ciò sembrerebbe molto difficile a realizzarsi oppure ci porterebbe ad affannarci spasmodicamente dietro a mille percorsi. Per questo il luogo scelto per la veglia non è casuale. Proprio per porre, a nostra volta, al centro della vita l’incontro con Cristo, rinnovando l’invito a partecipare all’adorazione eucaristica. Proprio per affidarci a Lui e non farci quindi “rubare la speranza”.
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