Intervista con padre Alberto Panichella
di Simone Baroncia
Missionario
saveriano di origini maceratesi p. Alberto Panichella, dopo gli studi a Parma
decide, in accordo con i propri superiori, di partire per il Brasile e nel
1982, a soli 26 anni, inizia la sua missione tra i poveri. La prima
destinazione è Londrina dove resta fino
al 1987 poi Curitiba in Paranà, nel 1990 è al Jardin Rosolèm nello Stato di San
Paolo. In questi anni diventa assistente nazionale della Pastorale della
Gioventù del Ceto Popolare. Nel 1993 p. Alberto si trasferisce a Guaianases, un
quartiere della Città di San Paolo e vi resta per 10 anni. In questo periodo è
al fianco di p. Giorgio Gagliani, missionario modenese scomparso alcuni anni
fa, con il quale condivide un sogno: creare una serie di attività che portino i
ragazzi e i bambini ad uscire dalla spirale della violenza e della disperazione
che caratterizza quei luoghi. Nascono così le prime ‘Case dos meninhos’, e l’attività inizia ad
essere sostenuta dalle adozioni a distanza che arrivano dall’Italia. Questo
lungo periodo di permanenza fa sì che i progetti diventino autonomi così da
essere riaffidati alla diocesi alla partenza di p. Alberto per la nuova
missione. P. Panichella è riuscito a ‘creare’ 16 comunità dove i bambini sono
accolti durante le ore in cui non frequentano la scuola. Si sono moltiplicati
anche altri progetti come quello con i giovani della Periferia Ativa, la
Pastoral da Criança e le Borse di Studio Univesitarie. Ora, dopo 28 anni di
permanenza brasiliana, è ad Ancona per aiutare i giovani saveriani a prepararsi
per le missioni.
Cosa sta succedendo in Brasile?
“Il
grande movimento pacifico, giovanile, di rivendicazione di finanziamenti
pubblici per i beni comuni, lo stato sociale, le politiche pubbliche, invece di
spendere i soldi per il turismo sportivo della coppa del mondo e delle
olimpiadi come il governo sta facendo è un fenomeno molto positivo, conseguenza
di un cammino difficilissimo di 40 anni
in cui il popolo povero brasiliano ha imparato a protestare. Sempre ci sono
degli infiltrati o impreparati che disturbano i movimenti assolutamente
pacifici in se stessi! I governi dal 2002 ad oggi sono stati abbastanza
positivi, frutto dell’itinerario politico di presa del potere delle classi
popolari. Il problema sono certe alleanze con l’elite capitalista brasiliana e,
forse l’inganno dell’investimento eccessivo per la coppa del mondo e le
olimpiadi, pensando di ottenerne grandi lucri, cosa per me illusoria ed
effimera (entrate finanziarie momentanee ed alti costi successivi di
manutenzione). Le maggioranze povere sono private così di assistenza, dei loro
diritti primari: una contraddizione! Si fa bene a porre un fine agli
sprechi...”.
Queste proteste possono
avere ripercussioni sulla GMG?
“Sì,
positivo! Questo mostrerà che la gioventù brasiliana è meno alienata e più
politicizzata di quella italiana! In Brasile ci sono minoranze espressive di
chiesa che legano la fede e la bibbia alla costruzione del Regno come giustizia
e liberazione degli oppressi. Senz’altro questi schieramenti cristiani
coordinano le organizzazioni di rivendicazione non violenta...”
Cosa sta facendo la
Chiesa brasiliana per i giovani?
“La
gerarchia della Chiesa brasiliana è impegnata per la gioventù soprattutto per
combattere lo stermino di giovani a causa della droga che genera violenza ampia
e brutale e la stessa violenza istituzionalizzata( polizia, carceri...)”.
I brasiliani stanno
mettendo in discussione questo modello di sviluppo, che ha lasciato indietro i
poveri?
“L'attuale
modello di sviluppo del Brasile ha fatto migliorare abbastanza le condizioni
dei poveri (stipendi, occupazione, stato sociale...); l'attuale crisi si deve a
errori recenti di un governo (Dilma) partito bene e che si è deteriorato con la
trappola della coppa e delle olimpiadi, per quel che ne so io. Credo che il
governo, in se progressista, negozierà con il popolo democraticamente per
diminuire gli investimenti dannosi e aumentare
gli investimenti nel sociale, così carente e necessario a tanti milioni
di brasiliani. Il modello di sviluppo in se non è sbagliato, secondo me”.
Il card. Odilo Pedro
Scherer ha dichiarato che le proteste hanno un carattere positivo perchè c'è un
risveglio della gente: quale è la posizione della Conferenza Episcopale
Brasiliana (CNBB)?
“La
CNBB è d’accordo sul richiamare il governo ai suoi impegni programmatici verso
le classi più povere; la chiesa, nella sua scelta dei poveri deve essere sempre
critica nei confronti del potere, anche se questo proviene dalla classi
popolari (cristiane ed in parte lottatrici)”.
Il Prefetto dell’ex
Sant’Uffizio Müller ha detto: “Il movimento ecclesiale e teologico dell’America
Latina, noto come 'teologia della liberazione', che dopo il Vaticano II ha
trovato un’eco mondiale, è da annoverare, a mio giudizio, tra le correnti più
significative della teologia cattolica del XX secolo”. Quale significato
attribuire a questa affermazione?
“L'affermazione
del Prefetto della difesa della dottrina della fede è interessante, positiva.
Però nasconde due ambiguità: in primo
luogo dire che la teologia della liberazione è tra le correnti più
significative della teologia non vuol dire che essa sia positiva, arricchente,
opportuna, necessaria, da inglobare nelle teologie anche ufficiali, vuol dire
solo che si è notata, ha avuto peso. Per me la teologia della liberazione è
fondamentale ed in grado di portare la chiesa dei poveri alle origini
evangeliche e liberatrici degli oppressi ed esclusi. In secondo luogo la cosa
più grave è che l’affermazione circoscrive la teologia della liberazione al
passato (XX° sec.), in quanto essa continua crescente e con molti teologi,
libri e corsi, istituti in piena elaborazione teologica, apparentemente
legittimati. La teologia della liberazione continua!”
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